Sciopero scuola 28 novembre: le rivendicazioni dei Cobas
Ecco i motivi della mobilitazione: dagli stipendi al no all'Autonomia, tutto sullo sciopero scuola dei sindacati di base.
Il prossimo venerdì sarà una giornata complessa per il mondo dell'istruzione a causa dello sciopero scuola generale indetto dai Cobas e da altre sigle di base. La protesta, che coinvolge anche sanità e trasporti, punta il dito contro la Legge di Bilancio 2026 e l'attuale gestione ministeriale. Al centro della piattaforma rivendicativa vi sono temi cruciali come la richiesta di aumenti salariali adeguati all'inflazione, la stabilizzazione dei precari e un netto rifiuto delle riforme in atto, considerate penalizzanti per la qualità della scuola pubblica statale.
Motivazioni economiche dello sciopero scuola
Una delle ragioni principali della mobilitazione risiede nella drastica perdita del potere d'acquisto subita dal personale scolastico. Secondo l'analisi dei Cobas, negli ultimi trent'anni il valore reale delle retribuzioni è calato del 30%, eroso da un'inflazione galoppante e rinnovi contrattuali insufficienti. Il sindacato sottolinea come l'aumento del 6% previsto dal recente accordo non riesca a coprire l'inflazione del 14,8% registrata nell'ultimo triennio, determinando un ulteriore impoverimento della categoria. Oltre all'aspetto salariale, viene rivendicato il diritto a una pensione pari all'ultimo stipendio, rifiutando categoricamente il fondo privato Espero e il meccanismo del silenzio-assenso. L'obiettivo è ottenere il riconoscimento dell'insegnamento come una delle professioni usuranti o gravose.
Assunzioni e proposta del ruolo unico
Il secondo pilastro della protesta riguarda la precarietà endemica che affligge il sistema. Con oltre 200.000 lavoratori che vivono nell'incertezza, i sindacati chiedono l'immissione in ruolo su tutti i posti vacanti in organico attraverso procedure snelle e il ripristino del doppio canale di reclutamento. Questa misura è ritenuta essenziale per garantire quella continuità didattica spesso compromessa dal continuo avvicendamento dei supplenti. Parallelamente, i Cobas avanzano la proposta di istituire un ruolo unico docente che equipari giuridicamente ed economicamente i livelli d'istruzione, dall'infanzia alle superiori. Tale riforma permetterebbe di superare le attuali disparità contrattuali, riconoscendo l'unitarietà della funzione educativa e contrastando la frammentazione della categoria in gerarchie non giustificate.
No alle riforme Valditara e classi pollaio
La piattaforma dello sciopero esprime una ferma opposizione verso quella che viene definita la "riforma a pezzi" del ministro Valditara. Nel mirino dei manifestanti ci sono l'introduzione della filiera tecnologico-professionale, il liceo del Made in Italy e figure come il docente tutor, visti come passi verso un'aziendalizzazione della scuola. Fondamentale è anche la richiesta di ridurre il numero di studenti per aula: lo stop alle cosiddette classi pollaio prevede un tetto massimo di 20 alunni, che scende a 15 in presenza di disabilità, per favorire inclusione e sicurezza. Infine, viene ribadito il no all'Autonomia differenziata, considerata un pericolo per l'unità dei diritti civili e sociali. La giornata di protesta culminerà con manifestazioni territoriali; a Roma è previsto un corteo verso i palazzi istituzionali con partenza da Piazza Indipendenza.