Scuola, Crepet: 'I ragazzi hanno smesso di ragionare'

Il noto psichiatra Crepet discute la crisi del pensiero critico tra gli adolescenti, puntando il dito contro scuola e tecnologia.

11 novembre 2025 09:00
Scuola, Crepet: 'I ragazzi hanno smesso di ragionare' - Paolo Crepet
Paolo Crepet
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Lo psichiatra Paolo Crepet ha espresso forte preoccupazione per le nuove generazioni in una recente intervista al 'Resto del Carlino'. Secondo l'analisi di Crepet, i giovani d'oggi mostrerebbero una ridotta capacità di ragionamento autonomo. La colpa è condivisa tra un sistema scolastico troppo mnemonico e l'uso della tecnologia senza contesto. Una crisi del pensiero critico che richiede un'analisi attenta.

L'analisi di Crepet sull'attuale sistema scolastico

Il noto psichiatra Paolo Crepet, nella sua recente intervista rilasciata al 'Resto del Carlino' su tematiche giovanili, ha delineato una critica puntuale e severa all'attuale sistema educativo nazionale, indicandolo come uno dei principali responsabili della presunta erosione della capacità riflessiva nelle nuove generazioni. Secondo la sua visione analitica, la scuola italiana odierna avrebbe progressivamente abdicato alla sua missione fondamentale, ovvero quella di formare menti critiche e individui capaci di elaborazione autonoma, preferendo invece un approccio didattico basato quasi esclusivamente sulla valutazione della prestazione mnemonica.

Questo modello educativo, focalizzato in modo quasi ossessivo sul risultato finale e sull'esattezza della nozione ripetuta, finisce inevitabilmente per penalizzare il processo cognitivo, il dubbio metodico, la curiosità intellettuale e la costruzione di un pensiero autenticamente autonomo. Si insegna ai ragazzi a memorizzare grandi quantità di dati, più che a comprendere il significato profondo dei concetti e a stabilire connessioni logiche tra di essi. L'esercizio puramente mnemonico, sebbene utile in alcuni contesti, viene così premiato a discapito della comprensione profonda, poiché l'abilità di ripetere è valutata più della capacità di rielaborare, interpretare e applicare la conoscenza in contesti diversi e inediti, lasciando i giovani disarmati di fronte alla complessità del reale.

L'impatto della tecnologia sul ragionamento

Oltre al cruciale contesto scolastico, l'analisi approfondita dello psichiatra Paolo Crepet si concentra con uguale forza sull'impatto che l'esposizione continua alla tecnologia digitale ha sui processi di apprendimento e di strutturazione del ragionamento negli adolescenti contemporanei. I dispositivi digitali, come smartphone e tablet, pur offrendo un accesso potenzialmente illimitato e istantaneo a un volume enorme di dati e informazioni, sembrano contestualmente favorire modalità di fruizione estremamente rapide, frammentate e quasi bulimiche.

Questa velocità imposta riduce drasticamente il tempo psicologico necessario alla riflessione, all'approfondimento e all'analisi critica dei contenuti visualizzati. In questo scenario digitale, l'informazione stessa rischia di trasformarsi in un semplice accessorio volatile, slegato dal suo contesto originario e consumato passivamente senza una reale sedimentazione cognitiva o una comprensione delle sue implicazioni profonde. Lo psichiatra evidenzia come la logica del consumo immediato e della gratificazione istantanea impedisca di costruire connessioni complesse, portando a una conoscenza superficiale e frammentaria del mondo circostante, come dimostra l'esempio emblematico delle filiere produttive globali (le "gigafactory") che i giovani spesso ignorano pur essendone totalmente dipendenti per la loro vita quotidiana.

La visione distorta del futuro e le responsabilità adulte

Il ragionamento articolato dello psichiatra Crepet si estende infine a una riflessione sociologica più ampia, riguardante l'immagine stessa del futuro che la società attuale proietta sulle nuove generazioni, un'immagine che l'esperto ritiene profondamente distorta, ipocrita e fuorviante. L'impressione descritta nel suo intervento è quella di un mondo adulto che si presenta ai giovani con una facciata apparentemente rassicurante e attenta ai valori, per esempio cavalcando i temi della sostenibilità ambientale e dell'inclusione, ma che nei fatti non terrebbe realmente conto del loro destino e delle loro necessità profonde.

Crepet utilizza l'espressione potente di un mondo che "si illude di essere verde" pur rimanendo intimamente "nero", una metafora tagliente per denunciare un'ipocrisia di fondo nelle direzioni politiche, economiche e culturali intraprese dalla società contemporanea. La critica, in questo passaggio cruciale, si sposta quindi abilmente dai ragazzi, visti non come colpevoli ma come sintomi, ai costruttori del loro contesto di crescita. Viene così posto un interrogativo pesante sulle condizioni strutturali e sui modelli valoriali offerti agli adolescenti, nei quali sono chiamati a sviluppare il loro fragile pensiero critico e a immaginare il loro avvenire.

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