Genitori iperprotettivi, Crepet: 'I giovani privati della loro autonomia e resilienza'
L'intervento di Paolo Crepet a "In Altre Parole" sui danni dei genitori iperprotettivi e sulla mancanza di autonomia dei giovani.


Lo psichiatra Paolo Crepet interviene duramente sul tema dei genitori iperprotettivi. Ospite a "In Altre Parole" su La7, l'esperto ha criticato l'eccesso di protezione, citando l'esempio di genitori che accompagnano i figli fino al liceo. Secondo Crepet, questo atteggiamento priva i giovani dell'autonomia necessaria, impedendo loro di affrontare le sfide quotidiane. L'analisi sottolinea i rischi di un'educazione che evita la frustrazione, fondamentale per una crescita emotiva sana.
Il caso di Padova e l'eccesso di protezione
Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet è tornato ad affrontare il dibattuto tema dell'iperprotezione genitoriale. Durante un suo recente intervento nella trasmissione televisiva "In Altre Parole", condotta da Massimo Gramellini su La7, l'esperto ha criticato aspramente la tendenza di alcuni genitori a soffocare l'autonomia dei figli. Il focus della sua analisi si è concentrato su un fenomeno emblematico: genitori che accompagnano i figli adolescenti fino all'ingresso del liceo. Per illustrare la sua tesi, Crepet ha condiviso un aneddoto specifico vissuto a Padova.
Lo psichiatra ha descritto una "fila interminabile di automobili" davanti a un liceo, una scena che lo ha colpito profondamente. Incuriosito, ha chiesto a un padre il motivo di tale assembramento. La risposta ricevuta, "Perché chissà se non sanno dove vanno", ha innescato la reazione ironica e tagliente dell'esperto. Crepet ha replicato sarcasticamente, evidenziando l'assurdità della preoccupazione: “C’hai ragione, perché tante volte uno esce dal liceo e si ritrova in Papuasia”. Questa battuta provocatoria mira a sottolineare la totale mancanza di fiducia nelle capacità dei ragazzi.
Genitori iperprotettivi e la paura della frustrazione
L'episodio di Padova è stato utilizzato da Crepet come trampolino per una critica più ampia al modello educativo contemporaneo. Secondo lo psichiatra, l'atteggiamento iperprotettivo rivela una profonda sfiducia dei genitori verso le competenze dei propri figli adolescenti. Con il suo noto stile provocatorio, Crepet ha descritto uno scenario casalingo volto, a suo dire, a limitare ogni rischio e autonomia: "È giusto controllarli, è giusto stare lì, li metti nella panda, li porti a casa, gli dai una Playstation così sei sicuro che crescono idioti". Queste parole, cariche di sarcasmo, evidenziano le conseguenze negative dell'iperprotezione.
L'esperto sostiene che privare i ragazzi della possibilità di misurarsi con piccole sfide quotidiane, come il tragitto casa-scuola, significa impedire la loro maturazione. Crepet ha ribadito più volte che la gestione delle difficoltà si apprende fin dall'infanzia. È attraverso l'esperienza della sconfitta e il superamento degli ostacoli che si costruisce la resilienza. "Impedire a un bambino di perdere gli toglie la possibilità di crescere", ha affermato Crepet, sottolineando come la frustrazione sia un elemento pedagogico essenziale per lo sviluppo emotivo. L'assenza di queste esperienze rischia di formare giovani fragili e inadatti ad affrontare le complessità della vita adulta in autonomia.
La figura paterna e l'eredità dalle "radici marce"
Nell'analisi di Crepet, un focus particolare è stato riservato alla figura paterna moderna. Lo psichiatra ha osservato come, a suo avviso, i padri contemporanei siano spesso "molto più insicuri e apprensivi delle madri". Questa insicurezza si traduce in una presenza che l'esperto definisce "inutilmente presente", una presenza guidata più dalla paura che da un effettivo bisogno educativo del figlio. Si genera così un cortocircuito pedagogico: i genitori, nel tentativo di schermare i figli da ogni possibile disagio, finiscono per soffocarli, inibendo lo sviluppo della responsabilità personale.
Crepet ha inoltre criticato aspramente una visione materialistica della genitorialità. Ha condannato i padri che "pensano di aver fatto il loro dovere perché lasceranno un appartamento ai figli". Secondo la sua visione, una generazione che cresce contando esclusivamente sul diritto all'eredità materiale è "una generazione dalle radici marce". La vera sfida educativa, conclude l'esperto, è restituire ai giovani la libertà di sbagliare, di cadere e di imparare a rialzarsi, competenze vitali che l'iperprotezione sta erodendo.