Scuola, Crepet: 'Serve manualità contro il nozionismo'
Lo psichiatra invita la scuola a superare l'apprendimento automatico per formare studenti liberi e creativi attraverso il fare pratico.
Paolo Crepet torna a riflettere su educazione e libertà nel suo nuovo monologo teatrale. Lo psichiatra suggerisce che la scuola riscopra la manualità, abbandonando un modello basato sul mero accumulo di nozioni. L'obiettivo è favorire un pensiero critico e indipendente, essenziale per non cedere all'omologazione.
Libertà come gesto concreto
Nel suo ultimo lavoro teatrale, l'autore affronta il tema della libertà non come una teoria filosofica astratta, bensì come un'azione tangibile e necessaria. Immaginare futuri diversi e dissentire dal pensiero unico diventano imperativi categorici in un'epoca complessa. In questo contesto, il sistema educativo assume una responsabilità cruciale nel formare individui capaci di costruire visioni nuove. Non si tratta soltanto di assimilare informazioni, ma di esercitare il diritto a non omologarsi, rifiutando decisamente quella normalizzazione che appiattisce le coscienze e rischia di rendere l'essere umano un mero esecutore passivo.
La scuola e il valore della manualità
Intervistato da La Nazione, Crepet sottolinea l'urgenza di liberare gli studenti dalle catene di un apprendimento troppo nozionistico. La sua proposta concreta è quella di reintrodurre attività pratiche nelle aule: la manualità non va intesa come semplice artigianato, ma come un veicolo fondamentale per sviluppare l'intelligenza. Usare le mani significa attivare connessioni cerebrali diverse, favorendo un approccio alla realtà meno automatico e scontato. Recuperare il "saper fare" aiuta i giovani a pensare in modo diverso e a riappropriarsi della propria creatività individuale, una risorsa che viene spesso sacrificata sui banchi scolastici tradizionali.
Contro un modello unico prestabilito
Lo psichiatra avverte sui rischi di una società guidata da logiche di profitto e controllo, dove pensare in modo autonomo viene percepito quasi come un problema sistemico. Secondo Crepet, esistono forze globali che spingono verso un modello standardizzato, in cui tutto deve funzionare secondo schemi prevedibili e immutabili. Per contrastare questa tendenza, serve una sana disobbedienza culturale ed educativa. La scuola deve tornare a essere il luogo privilegiato dove si insegna la complessità, evitando che la diversità di opinione diventi quasi un reato. Educare alla vera libertà significa fornire gli strumenti necessari per sfidare le convenzioni.