Scuola, in arrivo i presìdi psicologici territoriali: il piano del Ministero e il richiamo dell’ANPE al rispetto dei ruoli

Presìdi psicologici nelle scuole dal 2025 per sostenere studenti e docenti, promuovere il benessere e prevenire disagio e dispersione scolastica.

26 luglio 2025 00:04
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A partire da settembre 2025 prenderà il via, in forma sperimentale, l’attivazione dei presidi psicologici territoriali nelle scuole italiane. Il progetto, fortemente voluto dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, punta a rafforzare il benessere psicologico e a contrastare il disagio scolastico. A intervenire sul tema anche l’ANPE (Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani), che accoglie positivamente l’iniziativa, richiamando però la necessità di rispettare i ruoli distinti tra pedagogisti e psicologi alla luce del nuovo quadro normativo.

Parte il progetto dei presidi psicologici scolastici: 28,5 milioni per il benessere educativo

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annunciato l’introduzione sperimentale, da settembre 2025, dei presìdi psicologici a supporto delle scuole. Il progetto sarà finanziato con uno stanziamento di 28,5 milioni di euro: 10 milioni già previsti per il 2025, e 18,5 milioni annui a partire dal 2026.

L’obiettivo dichiarato è promuovere il benessere emotivo e relazionale degli studenti e del personale scolastico, attraverso strutture permanenti in grado di rispondere alle criticità del territorio. Il piano mira inoltre a prevenire fenomeni di disagio psicologico, abbandono scolastico e isolamento, intervenendo in modo mirato dove emergano effettive necessità.

Il Ministro Valditara ha chiarito che questa iniziativa non intende trasformare la scuola in un luogo “psicologizzato”, ma semmai rafforzarla con competenze specialistiche, integrate in un approccio educativo più ampio e comunitario.

ANPE: “Collaborazione sì, ma ruoli distinti tra psicologi e pedagogisti”

L’annuncio ha suscitato l’intervento della presidente nazionale dell’ANPE, Maria Angela Grassi, che ha espresso apprezzamento per l’iniziativa, ma ha posto l’accento sulla necessità di un’integrazione coerente con il quadro normativo vigente. Grassi ha richiamato l’attenzione sulla Legge 55/2024, che ha riconosciuto ufficialmente il profilo professionale del pedagogista, delineandone le competenze in ambito educativo. “Questa normativa – ha spiegato – segna un traguardo importante per il nostro settore, definendo con chiarezza le responsabilità e l’autonomia del pedagogista all’interno della scuola.”

Nel suo intervento, la presidente ha sottolineato che l’introduzione degli psicologi può rappresentare un valore aggiunto solo se le diverse figure professionali operano in modo complementare e non sovrapposto. “È fondamentale – ha dichiarato – evitare confusione tra i ruoli, per non compromettere l’efficacia degli interventi a supporto degli studenti.”

Verso un modello integrato: l’appello a una sinergia tra competenze

Grassi ha infine rivolto un invito alle istituzioni affinché garantiscano un’applicazione coerente della normativa, promuovendo un lavoro sinergico tra pedagogisti e psicologi. “Serve una collaborazione istituzionale che valorizzi le rispettive competenze, contribuendo a costruire un sistema educativo più integrato e capace di rispondere in modo efficace ai bisogni degli studenti.”

L’auspicio dell’ANPE è che, nella fase attuativa del progetto, si mantenga un equilibrio tra le figure coinvolte, per offrire un servizio scolastico realmente centrato sullo sviluppo della persona e sul benessere complessivo della comunità scolastica.

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