Settimana corta al Liceo Artistico di Bologna: genitori sul piede di guerra, pronti a ricorrere

Le famiglie del liceo artistico contestano il progetto della settimana corta: orari pesanti e trasporti difficili, si attende la decisione.

18 novembre 2025 12:00
Settimana corta al Liceo Artistico di Bologna: genitori sul piede di guerra, pronti a ricorrere  - Settimana corta
Settimana corta
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A Bologna si è acceso il dibattito sulla settimana corta a scuola. Un liceo artistico è al centro delle polemiche per la riorganizzazione oraria che prevede il sabato libero, scatenando una protesta che vede le famiglie minacciare un ricorso legale formale per la mancanza di trasparenza. La dirigenza difende la scelta didattica, ma si attende una nuova delibera decisiva a fine novembre per risolvere lo scontro in atto tra le parti.

Le tappe della settimana corta e la protesta delle famiglie

La complessa vicenda ha avuto inizio nel mese di settembre con l'approvazione del nuovo orario concentrato dal lunedì al venerdì, ma la situazione è mutata rapidamente a causa delle lamentele sulla trasparenza dei genitori che hanno preteso un confronto molto più ampio e partecipativo. In seguito alle pressanti richieste di annullamento della delibera per mancato coinvolgimento, la dirigente ha riaperto il dialogo tramite un nuovo sondaggio allargato a tutte le componenti scolastiche, i cui risultati saranno determinanti per la decisione finale prevista per il 26 novembre. Le famiglie sostengono fermamente che una modifica così radicale non possa essere imposta senza ascoltare le esigenze degli studenti, denunciando una procedura decisionale percepita come troppo frettolosa e poco attenta alle criticità quotidiane che coinvolgono l'intera comunità scolastica.

Criticità logistiche e problemi legati ai trasporti

Il nuovo schema orario prevede lezioni fino alle 14:10 e rientri pomeridiani che, secondo i rappresentanti dei genitori, renderebbero la giornata scolastica assolutamente insostenibile per la maggior parte degli alunni, specialmente per coloro che risiedono fuori dal comune di Bologna. La preoccupazione principale riguarda la compatibilità dei trasporti, dato che circa la metà degli iscritti è pendolare e potrebbe subire pesanti disagi dovendo attendere a lungo i mezzi pubblici o saltare il pranzo per riuscire a tornare a casa in orari accettabili. Oltre ai problemi logistici, le famiglie temono che questi ritmi serrati possano compromettere il benessere psicofisico dei ragazzi, riducendo drasticamente il tempo dedicato allo studio domestico e alterando il necessario riposo quotidiano a causa di orari definiti "sballati".

La replica della presidenza sui vantaggi organizzativi

La dirigente scolastica respinge le accuse difendendo il progetto, sottolineando come la settimana corta rappresenti un vantaggio organizzativo concreto per le famiglie che avrebbero così l'intero fine settimana libero da impegni didattici e logistici. I dati statistici evidenziano che il sabato si registrano tassi di assenza vicini al 40%, oltre a numerose uscite anticipate che comportano una perdita di circa sessanta ore di lezione all'anno, un deficit formativo che la scuola non intende più ignorare. L'obiettivo della proposta è razionalizzare la frequenza e ridurre le assenze strategiche ricorrenti, risolvendo al contempo le problematiche storiche legate ai trasporti che, secondo la presidenza, esistono da anni e potrebbero addirittura migliorare con una gestione oraria più compatta e meno dispersiva.

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