Sondaggio Voto in condotta: i 3/4 degli italiani approva la riforma
Il sondaggio Demopolis conferma il sostegno al nuovo voto in condotta voluto dal ministro Valditara: ecco cosa cambia per gli studenti.
Il nuovo voto in condotta incassa un ampio consenso popolare. Secondo un sondaggio, la riforma scolastica voluta dal ministro Valditara convince tre italiani su quattro. Gino Zavalani, intervenuto ad Atreju, sottolinea come le critiche siano ideologiche e lontane dal merito.
Il sostegno degli italiani alla riforma
Durante la kermesse di Atreju, Gino Zavalani, direttore editoriale di Esperia, ha difeso l'operato del ministro dell’Istruzione. Egli sostiene che le polemiche sollevate contro le nuove misure siano spesso frutto di pregiudizi, piuttosto che di un'analisi oggettiva dei fatti. A supporto di questa tesi, Zavalani ha citato i dati inequivocabili di un'indagine condotta dall'Istituto Demopolis: il 75% dei cittadini si dichiara favorevole al cambiamento normativo. Una percentuale netta che dimostra come la maggioranza del Paese condivida la necessità di dare maggior peso al comportamento tenuto tra i banchi di scuola.
Come cambia il voto in condotta
Il provvedimento punta a modificare radicalmente il peso della valutazione comportamentale nel percorso di studi. Il nuovo meccanismo prevede regole stringenti: la bocciatura automatica scatta in caso di insufficienza, mentre con un voto pari a sei lo studente dovrà affrontare una procedura di riparazione specifica. La promozione è garantita, di fatto, solo con una valutazione superiore alla sufficienza. L'obiettivo dichiarato dal Ministero è quello di ripristinare la cultura del rispetto all'interno degli istituti, collegando strettamente il comportamento tenuto in classe all'effettivo andamento scolastico dell'alunno.
Un ritorno alla responsabilità scolastica
Questa revisione normativa non è solo formale, ma intende inviare un segnale educativo forte a tutto il sistema. Secondo il Ministero, attribuire un valore reale al rispetto delle regole serve a responsabilizzare i giovani cittadini. Non si tratta di una misura punitiva fine a se stessa, ma di un modo per valorizzare la convivenza civile. Le famiglie sembrano aver compreso questo approccio, vedendo nel rigore uno strumento utile per la crescita degli studenti. Restituire autorevolezza alla scuola significa, dunque, premiare chi si impegna a mantenere un comportamento corretto e costruttivo.