Sostegno, 90.000 docenti per il MiM? Anief: 'Non bastano'

Obiettivo 90.000 specializzati sul sostegno. Anief approva l'impegno, ma rilancia: servono indennità e stabilizzazione dei posti in deroga.

26 ottobre 2025 11:30
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Il Ministero dell'Istruzione punta a specializzare 90.000 docenti di sostegno. Un obiettivo apprezzato dal sindacato Anief per contrastare le supplenze senza titolo. Tuttavia, l'organizzazione avverte: la specializzazione da sola non risolverà i problemi della didattica speciale. La vera sfida resta la continuità didattica per gli alunni con disabilità, che troppo spesso cambiano insegnante.

La proposta CNEL e la sfida della continuità

Il nodo centrale della questione sul sostegno in Italia rimane la frammentazione dei percorsi educativi. Il problema, evidenziato da tempo, è l'eccessivo turnover degli insegnanti. Come sottolineato da Anief, circa due alunni con disabilità su tre sono costretti a cambiare il proprio docente di riferimento almeno una volta all'anno. Questa interruzione mina alla base la costruzione di un rapporto fiduciario e l'efficacia del piano educativo. Per affrontare questa criticità, il CNEL ha recentemente approvato un disegno di legge specifico. L'intento della proposta è chiaro: garantire la continuità didattica agli studenti più fragili. Il testo punta non solo sulla formazione specializzata, ma su un concetto di inclusione come responsabilità condivisa, estendendo la preparazione a tutti i docenti della classe. Secondo l'organo consultivo, l'inclusione e la stabilità non sono concessioni, ma rappresentano diritti fondamentali per una scuola equa.

Sostegno: le riforme necessarie secondo Anief

Sebbene l'obiettivo del CNEL sia condivisibile, l'Anief, per voce del segretario generale Giovanni Portuesi, esprime forte contrarietà sull'approccio. Il sindacato ritiene che la stabilità del personale non si ottenga imponendo nuovi vincoli ai trasferimenti o blocchi pluriennali sulla mobilità dei docenti, misure spesso criticate perché limitanti. La vera continuità, secondo l'organizzazione autonoma, si costruisce attraverso interventi strutturali e incentivi concreti. Anief identifica tre correttivi indispensabili. In primis, l'introduzione di un'adeguata indennità specifica per i docenti di sostegno, che riconosca la complessità del ruolo. Secondo, la garanzia di una formazione continua efficace. Terzo, e forse punto cruciale, la trasformazione dei cosiddetti "posti in deroga" in organico di diritto.

Il reclamo europeo e la stabilizzazione dei precari

La questione dei posti in deroga è centrale. Si tratta di cattedre attivate annualmente in base alle esigenze effettive, ma che non rientrano nella dotazione stabile (l'organico di diritto). Questo meccanismo genera un vasto bacino di precariato, costringendo migliaia di insegnanti a supplenti annuali. Proprio su questo fronte, Anief attende una decisione cruciale dal Comitato Europeo dei Diritti Sociali (CEDS). L'organizzazione ha presentato un reclamo specifico per la maggiore tutela del diritto allo studio degli studenti con disabilità, la cui risposta è attesa entro fine anno. Come sottolineato da Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, un'eventuale pronuncia favorevole da parte del Comitato UE imporrebbe la stabilizzazione di migliaia di docenti di sostegno, mettendo fine ad anni di precariato dannosi per la continuità didattica. Nel frattempo, il sindacato, tramite l'ente formativo Eurosofia, promuove attivamente eventi formativi sul territorio nazionale.

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