SPID: costi, sostenibilità e futuro verso il wallet europeo

L'identità digitale italiana affronta la sfida dei costi. Come il sistema SPID si prepara alla transizione verso il wallet digitale europeo.

A cura di Scuolalink Scuolalink
25 ottobre 2025 14:00
SPID: costi, sostenibilità e futuro verso il wallet europeo - SPID
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Lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) è un pilastro della digitalizzazione in Italia, con oltre 41 milioni di utenti e 1,2 miliardi di accessi annui. Quasi nove italiani su dieci online usano l'identità digitale per servizi pubblici e privati (banche, utenze). Questo articolo analizza la sostenibilità economica del sistema e la transizione verso il wallet digitale europeo.

L'ecosistema SPID e la sua diffusione

L'Italia vanta una diffusione capillare dell'identità digitale. Il sistema SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) conta oltre 41 milioni di utenti attivi, generando più di 1,2 miliardi di autenticazioni all'anno. Secondo l'Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano, quasi nove utenti Internet italiani su dieci possiedono lo SPID. Questo strumento non si limita più ai soli servizi della Pubblica Amministrazione. È ampiamente utilizzato per accedere a servizi privati come banche, assicurazioni e utenze. La gestione dell'ecosistema è affidata a diversi operatori certificati, tra cui Poste Italiane, Aruba, InfoCert e Register.it, riuniti in Assocertificatori. L'Agid (Agenzia per l’Italia Digitale) supervisiona l'intero sistema, garantendo gli standard di sicurezza, che prevedono diversi livelli di autenticazione.

La sfida della sostenibilità economica dello SPID

La sostenibilità economica è il nodo cruciale per il futuro dello SPID. I gestori hanno affrontato investimenti significativi per lo sviluppo e la manutenzione delle infrastrutture. Devono coprire costi operativi costanti legati alla sicurezza informatica, all'aggiornamento delle piattaforme e all'assistenza utenti. I finanziamenti previsti dal PNRR (40 milioni di euro) sono arrivati con ritardi, costringendo i fornitori ad anticipare le spese. Questa tensione finanziaria ha portato alla fine del modello gratuito che ha caratterizzato la fase di lancio.

Per far fronte alla situazione, diversi gestori hanno introdotto canoni annuali. Aruba richiede 4,90 euro (+IVA) dal secondo anno di utilizzo. InfoCert applica un canone di 5,98 euro (IVA inclusa), mentre Register.it ha adottato strategie differenziate con tariffe che variano significativamente. Anche Poste Italiane, che detiene la quota di mercato dominante (72% con 28,7 milioni di utenti PosteID), sta valutando un canone di 5 euro annui. Questa mossa genererebbe circa 100 milioni di euro di ricavi aggiuntivi. Il Governo e i gestori cercano un equilibrio economico per valorizzare la base utenti, mentre l'Agid conferma contributi pubblici futuri, sebbene la dipendenza dai fondi pubblici resti un'incertezza.

Verso il wallet digitale europeo

Il futuro dell'identità digitale italiana converge verso il wallet digitale europeo (EUDI). Questa evoluzione, voluta dall'UE, permetterà di conservare sullo smartphone non solo le credenziali, ma anche documenti ufficiali come patente, tessera sanitaria, ISEE e titoli di studio. Attualmente, l'app IO sta sperimentando questa funzione, permettendo di caricare la patente di guida, sebbene non ancora utilizzabile per l'accesso ai servizi. I decreti attuativi del Governo abiliteranno progressivamente l'uso di nuovi documenti e l'uso della patente come documento di identità nazionale.

In futuro, il sistema SPID potrebbe essere integrato o progressivamente sostituito da questo nuovo framework tecnologico. Saranno disponibili anche wallet privati, creando un ecosistema più competitivo. Nel frattempo, l'alternativa principale rimane la CIE (Carta di Identità Elettronica), utilizzabile tramite l'app CieID e il chip integrato. La coesistenza di SPID e CIE riflette la complessità della transizione. Per garantire trasparenza, sono previsti strumenti per la verifica delle identità attive, tutelando i cittadini da usi impropri nel rispetto degli standard europei di sicurezza e protezione dati.

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