Strage di Corinaldo, condannato scompare dopo la laurea: è caccia all’uomo

Condannato per la strage di Corinaldo, Andrea Cavallari fugge dopo la laurea. Nessuna scorta prevista, è caccia all’uomo. Le famiglie chiedono giustizia

06 luglio 2025 20:42
Strage di Corinaldo, condannato scompare dopo la laurea: è caccia all’uomo - Automobile della Polizia
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Andrea Cavallari, condannato per la strage alla Lanterna Azzurra, è fuggito dopo aver discusso la tesi in Giurisprudenza. Indagini sulla fuga e proteste per l’assenza di scorta. Le famiglie delle vittime chiedono giustizia

Permesso per la laurea, poi la fuga

Andrea Cavallari, condannato a 11 anni e 10 mesi per la strage di Corinaldo, è scomparso lo scorso 3 luglio dopo aver usufruito di un permesso premio per discutere la tesi di laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Bologna. Uscito dal carcere della Dozza senza alcuna scorta penitenziaria, ma accompagnato da familiari, Cavallari non ha fatto ritorno. Da allora è ufficialmente latitante e sul suo caso indaga la procura di Bologna, che sta valutando l’ipotesi di complicità esterne e le dinamiche che hanno reso possibile la fuga.

Il peso di una tragedia ancora viva

Cavallari è stato uno dei componenti della “banda dello spray”, responsabile della tragedia avvenuta l’8 dicembre 2018 alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, dove sei persone morirono nella calca, tra cui cinque minorenni. La banda aveva spruzzato gas urticante per provocare panico e derubare il pubblico. L’azione causò un fuggi fuggi generale verso le uscite di sicurezza, dove si verificò la calca mortale. Arrestato nel 2019, Cavallari ha sempre negato un ruolo diretto nelle morti, ma ha ammesso la propria responsabilità in merito ai furti commessi durante quella serata.

Scoppiano le polemiche: “Permesso senza scorta inconcepibile”

La fuga ha riaperto il dibattito pubblico sui permessi premio, soprattutto per i detenuti responsabili di reati gravi. Il sindacato della polizia penitenziaria ha criticato duramente la decisione del Tribunale di Sorveglianza, parlando di “scelta inspiegabile e pericolosa”. Anche il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha avviato un’indagine interna per chiarire le responsabilità. Le ricerche si concentrano tra la Bassa Modenese, zona d’origine del latitante, e Bologna, dove potrebbe ricevere supporto logistico. Le autorità non escludono che Cavallari si sia già allontanato dalla regione.

Rabbia delle famiglie e richieste di verità

I familiari delle vittime sono sgomenti e chiedono spiegazioni. «Non si può permettere che chi è stato condannato per una tragedia del genere si sottragga alla pena», ha affermato un parente. Il dolore per la perdita si unisce all’amarezza per una giustizia percepita come inefficace e permissiva. Il caso potrebbe avere ripercussioni a livello normativo, riaprendo la discussione sulle condizioni per la concessione dei permessi premio e sul ruolo del controllo penitenziario. Intanto, la caccia a Cavallari continua, tra appelli pubblici e operazioni di intelligence sul territorio.

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