Studenti si tappano le orecchie durante la benedizione a scuola: scatta la sanzione

Studenti di origine straniera si tappano le orecchie durante la benedizione scolastica a Verona: scattano sanzioni e polemiche

09 ottobre 2025 11:57
Studenti si tappano le orecchie durante la benedizione a scuola: scatta la sanzione - Insegnante di Religione Cattolica
Insegnante di Religione Cattolica
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Durante l’inaugurazione dei lavori di una scuola nel Veronese, quattro studenti di origine straniera si sono tappati le orecchie mentre un prete impartiva la benedizione. Il gesto, ritenuto irrispettoso, ha spinto la dirigente scolastica ad annunciare provvedimenti disciplinari, aprendo un acceso dibattito su fede, rispetto e integrazione.

Il gesto che ha scatenato la polemica

Un episodio avvenuto in una scuola della provincia di Verona ha suscitato forti reazioni. Nel corso della cerimonia di inaugurazione dei lavori di riqualificazione dell’edificio, un sacerdote ha benedetto gli ambienti scolastici davanti a studenti e autorità. In quel momento, quattro ragazzi di origine straniera si sarebbero tappati le orecchie, per non ascoltare le parole del prete. Il gesto, notato da più presenti, è stato considerato da molti un atto di disprezzo verso la religione cattolica.

La dirigente scolastica, informata dell’accaduto, ha immediatamente avviato un confronto con gli studenti e i docenti. Pur non avendo assistito direttamente alla scena, la preside ha dichiarato che si è trattato di “un comportamento inqualificabile”, comunicando l’intenzione di procedere con sanzioni disciplinari.

Il confronto con gli studenti e le motivazioni religiose

Rientrati in classe, i quattro alunni sono stati convocati dalla preside per chiarire quanto accaduto. In presenza dei docenti, i compagni di classe hanno incoraggiato i diretti interessati a parlare apertamente, favorendo un momento di confronto. Gli studenti hanno spiegato che il loro gesto era dettato da motivi religiosi, poiché “ascoltare la benedizione di un prete cattolico andrebbe contro i principi della nostra fede”.

La dirigente ha riconosciuto che, pur nella gravità del gesto, il dialogo ha permesso di far emergere la verità e di riflettere sul valore della convivenza tra diverse confessioni religiose. Tuttavia, ha ribadito che la libertà di culto non può giustificare la mancanza di rispetto verso le tradizioni altrui. “La nostra scuola – ha precisato – continuerà a promuovere l’inclusione, ma il rispetto reciproco è un dovere sancito dalla Costituzione”.

Reazioni e posizioni delle istituzioni

La vicenda ha avuto grande eco anche fuori dalle mura scolastiche. Il sindaco del Comune, presente alla cerimonia, ha definito il gesto “grave e irrispettoso”, sottolineando che “il rispetto è la base della convivenza civile, ma deve essere reciproco”. Secondo il primo cittadino, i provvedimenti annunciati dalla dirigente dovrebbero servire da esempio per evitare episodi simili in futuro.

Sulla stessa linea, la parlamentare europea della Lega, Anna Maria Cisint, ha espresso una posizione netta: “Se qualcuno non sopporta le nostre tradizioni e la nostra cultura, fortemente ancorata alle radici cristiane, allora è meglio che torni a casa sua”. Dichiarazioni che hanno alimentato ulteriori polemiche sul confine tra libertà religiosa e rispetto delle tradizioni italiane.

Il caso continua a dividere l’opinione pubblica: tra chi difende la libertà di espressione dei ragazzi e chi chiede regole chiare per tutelare la cultura del Paese ospitante, il dibattito resta aperto sul ruolo della scuola come luogo di educazione civica e dialogo interculturale.

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