Supplenze docenti potenziamento, Anief: 'Impiegati come tappabuchi'

La Legge di Bilancio spinge per usare i docenti di potenziamento per le supplenze brevi. Anief protesta contro la precarietà del settore.

A cura di Scuolalink Scuolalink
28 ottobre 2025 07:00
Supplenze docenti potenziamento, Anief: 'Impiegati come tappabuchi' - Un insegnante davanti alla lavagna
Un insegnante davanti alla lavagna
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La gestione delle supplenze brevi nella scuola italiana è di nuovo sotto i riflettori. La recente Legge di Bilancio intende utilizzare i docenti di potenziamento per coprire le assenze fino a dieci giorni nelle superiori. Questa misura, volta al risparmio, genera forti critiche. Il sindacato Anief la definisce una "stretta" che aggrava la precarietà del settore. L'uso di questi docenti come "tappabuchi" minaccia l'organizzazione didattica e il supporto formativo specializzato.

La Legge di Bilancio e l'uso dei docenti di potenziamento

La nuova manovra finanziaria introduce disposizioni che creano tensione nel mondo della scuola. L'obiettivo del Governo è destinare risorse al fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (MOF), fino a un massimo del 15%, utilizzando i docenti dell'organico dell'autonomia (potenziamento) come sostituti per le supplenze temporanee. Sebbene non sia una novità assoluta, la misura desta preoccupazione. Già la Legge 107 (la "Buona Scuola") prevedeva un simile impiego, ma lo limitava alle ore in cui il docente non fosse impegnato in attività didattiche previste dal Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF). Nei fatti, questi insegnanti si sono rivelati risorse preziose per i dirigenti scolastici, fornendo supporto a classi numerose, affiancando studenti con casi particolarmente difficili o aiutando nell'integrazione dei ragazzi migranti. La nuova norma sembra rendere più stringente questo utilizzo "tappabuchi", creando potenziali disagi all'organizzazione didattica.

Supplenze: la critica del sindacato Anief

L'Anief, attraverso il suo presidente nazionale Marcello Pacifico, ha espresso una netta contrarietà. Pacifico sostiene che l'ulteriore stretta sulle supplenze sarà difficilmente realizzabile. Il punto centrale della critica riguarda la professionalità: "l’insegnante non è un tappabuchi ma un professionista della sua disciplina". Non è pensabile, secondo il sindacato, sostituire un docente specializzato con un collega di potenziamento che ha competenze diverse, minando la continuità didattica. Inoltre, Pacifico sottolinea come il numero di docenti in potenziamento sia già stato ridotto dalla precedente legge di bilancio. Questa misura andrebbe quindi a gravare su un organico già limitato, in un contesto scolastico dove, secondo Anief, quasi un docente su tre è precario. L'utilizzo di questi docenti per coprire le assenze rischia di svuotare la loro funzione primaria di supporto e arricchimento dell'offerta formativa.

Precarietà scolastica e il rischio di sanzioni europee

Il sindacato sposta poi l'attenzione dal problema contingente delle supplenze a quello strutturale della precarietà. La proposta dell'Anief è radicale: "chiediamo al contrario di assumere su tutti i posti vacanti". Questa, secondo Pacifico, è l'unica strategia efficace per contrastare la precarietà che affligge il sistema. L'abuso dei contratti a termine nel settore scolastico è un tema caldo anche a livello comunitario. Il presidente Anief avverte che l'Italia rischia grosso se non inverte la rotta. Pacifico evoca lo spettro della Corte di giustizia europea, che potrebbe presto condannare l'Italia con pesanti sanzioni proprio per la gestione irregolare dei docenti precari. La stabilizzazione del personale non è vista solo come una garanzia per i lavoratori, ma anche come un obbligo legale per lo Stato.

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