Supplenze temporanee: stop nomine alla scuola secondaria
La bozza della Legge di Bilancio obbliga i Dirigenti a usare l'organico interno per le supplenze temporanee fino a 10 giorni.


Novità in arrivo per le supplenze temporanee nel mondo della scuola. Una bozza della prossima Legge di Bilancio mira a modificare la gestione delle sostituzioni brevi. La proposta interviene sulla Legge 107/2015, introducendo un obbligo per i Dirigenti Scolastici di coprire le assenze fino a dieci giorni utilizzando il personale interno, almeno per quanto riguarda la scuola secondaria.
Obbligo di copertura nella scuola secondaria
La modifica più rilevante proposta nella bozza della Legge di Bilancio riguarda la scuola secondaria, sia di primo che di secondo grado. L'intervento mira a cambiare radicalmente la gestione delle assenze brevi. Il testo interviene su una facoltà attualmente concessa ai Dirigenti Scolastici dalla Legge 107/2015 (la "Buona Scuola"). Se oggi il Dirigente "può" usare il personale dell'organico dell'autonomia, domani "dovrà" farlo. Questo obbligo si applicherà alla copertura di supplenze temporanee su posto comune, per assenze fino a un massimo di dieci giorni. L'obiettivo è chiaro: utilizzare primariamente le risorse interne, ovvero l'organico interno, prima di ricorrere a nomine esterne. L'unica eccezione prevista dalla norma per derogare a questo vincolo stringente sarebbero "motivate esigenze di natura didattica" che il Dirigente dovrà opportunamente documentare, assumendosene la responsabilità.
Supplenze temporanee: le regole per sostegno e primaria
La stretta sulle nomine esterne non si applica però in modo uniforme a tutto il sistema scolastico. La bozza della manovra traccia una netta distinzione. Per quanto riguarda le sostituzioni dei docenti sui posti di sostegno, una cattedra che richiede continuità e specializzazione, la norma mantiene l'approccio attuale. Il Dirigente Scolastico "può" (e non "deve") decidere se attingere all'organico dell'autonomia. Questa flessibilità gestionale è estesa anche alla scuola primaria. Pure in questo ordine di scuola, il Dirigente conserva la facoltà di scegliere la strategia migliore per coprire le supplenze brevi fino a dieci giorni. La discrezionalità viene quindi preservata per i settori ritenuti forse più delicati, dove l'impiego di personale interno potrebbe compromettere altre attività didattiche già programmate, a differenza di quanto stabilito per le cattedre comuni della secondaria.
La destinazione dei risparmi generati
L'introduzione di questo obbligo per le scuole secondarie non ha solo implicazioni organizzative, ma anche finanziarie. La norma contenuta nella bozza della Legge di Bilancio specifica la destinazione delle risorse che si prevede di risparmiare. Limitando il ricorso a supplenti esterni per le assenze brevi, lo Stato ridurrà la spesa per i contratti a tempo determinato. Il testo prevede che questi risparmi di spesa possano essere reinvestiti direttamente nelle scuole. Essi potranno infatti confluire nel MOF, il Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, utilizzato per retribuire le attività aggiuntive del personale. La bozza pone però un tetto preciso: l'incremento destinato al MOF derivante da questi risparmi non potrà comunque superare il 15 per cento del valore complessivo del Fondo stesso, garantendo un equilibrio di bilancio.