Tagli scuola 2025: in arrivo la riduzione ATA e docenti
Confermati i tagli scuola 2025: meno docenti e ATA, cresce solo il sostegno. Situazione critica per organici e turnover nella Pubblica Amministrazione.


Il governo conferma i tagli scuola 2025 previsti dalla Legge di Bilancio, colpendo in modo significativo il settore dell’istruzione. Il prossimo anno scolastico vedrà la riduzione di 5.660 docenti nell’organico dell’autonomia, tra posti comuni e potenziamento dell’offerta formativa. A partire dal 2026/2027, anche il personale ATA subirà un taglio, con l’eliminazione di 2.174 unità. La Pubblica Amministrazione dovrà inoltre affrontare un blocco del turnover pari al 25%, aggravando ulteriormente la situazione.
Settore scuola sempre più in difficoltà
Il mondo della scuola subisce un altro duro colpo. I nuovi tagli arrivano in un momento già complesso, segnato da precarietà diffusa e stipendi fermi da anni. Le riduzioni previste non fanno che aumentare il malcontento tra docenti e personale scolastico. Il comma 828 della Legge di Bilancio definisce chiaramente i numeri e ribadisce che l’organico subirà tagli, lasciando pochi margini di intervento.
Posti di sostegno in crescita, ma non basta
Una delle poche notizie positive riguarda il sostegno. Dal 2025/2026, l’organico per il sostegno crescerà di 1.866 posti, a cui si aggiungeranno altri 134 nel 2026/2027. Questa scelta punta a migliorare l’inclusione scolastica, ma non compensa l’impatto dei tagli scuola 2025 sugli altri segmenti. Il personale ATA, infatti, perderà molti posti e rischia di vedere peggiorati i servizi essenziali all'interno delle scuole.
Sindacati in trattativa, ma i margini sono stretti
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito continua a dialogare con i sindacati, cercando soluzioni per limitare i danni. Per i docenti, però, il margine di manovra risulta praticamente nullo, mentre per il personale ATA resta aperta una piccola possibilità di revisione. Entro il 1° settembre 2025, il Ministero dovrà versare allo Stato 4/12 del valore finanziario corrispondente alle riduzioni previste. Eventuali modifiche potranno avvenire solo con un decreto del Presidente del Consiglio, senza alterare l’equilibrio di spesa pubblica.