Taglio organico ATA 2026: 44mila posti a rischio nelle scuole

Dal 2026 taglio di 44mila posti ATA e nuove regole sulla progressione interna. Sindacati in allarme per occupazione e qualità dei servizi.

09 ottobre 2025 16:44
Taglio organico ATA 2026: 44mila posti a rischio nelle scuole - Tagli al Personale
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Dal 2026/27 il personale ATA delle scuole italiane affronterà una riforma che prevede un drastico taglio degli organici, con la soppressione di circa 44mila posti – soprattutto tra i collaboratori scolastici. La bozza del decreto del Ministero dell’Istruzione introduce anche una nuova progressione verticale e un blocco delle assunzioni, suscitando forti critiche dai sindacati come la UIL Scuola RUA, che teme pesanti ripercussioni sulla qualità dei servizi e sulle condizioni di lavoro.

Le misure previste dal decreto

La bozza del Ministero dell’Istruzione e del Merito prevede una riduzione strutturale del personale ATA, motivata dall’esigenza di razionalizzare la spesa pubblica e adattarsi al calo demografico. Il taglio di 2.174 unità iniziali sarà solo l’avvio di una riduzione più ampia che coinvolgerà circa 44mila collaboratori scolastici.
Le scuole dovranno riorganizzare i servizi essenziali – pulizia, vigilanza e assistenza agli alunni – con un minor numero di addetti, aumentando il carico di lavoro e riducendo la qualità del servizio. Le aree rurali, montane e i grandi istituti urbani saranno le più colpite, con un impatto diretto sulla sicurezza e sull’efficienza organizzativa.

Progressione verticale e critiche sindacali

La riforma introduce una nuova progressione verticale interna: i collaboratori scolastici potranno accedere al ruolo di operatore scolastico tramite procedure selettive basate su anzianità, titoli e prove. Tuttavia, la UIL Scuola RUA denuncia che il sistema rischia di limitare le opportunità reali di crescita, senza adeguati riconoscimenti economici.
Inoltre, il blocco delle nuove assunzioni e la rimodulazione interna del personale potrebbero generare esuberi e trasferimenti forzati, aggravando il problema della mobilità e del precariato. La Commissione Europea ha già segnalato all’Italia l’abuso dei contratti a termine, aprendo la strada a potenziali sanzioni se non verranno introdotte misure stabili di stabilizzazione.


Il taglio di 44mila posti ATA segna una delle più forti ristrutturazioni del comparto scolastico. La riduzione dei collaboratori scolastici, la nuova progressione verticale e il blocco delle assunzioni rischiano di compromettere la qualità dei servizi e la stabilità occupazionale. I sindacati chiedono al Ministero un ripensamento della riforma per garantire tutele e valorizzazione reale del personale, pilastro essenziale della scuola pubblica italiana.

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