Test Medicina: il virologo Burioni contro le famiglie

Le polemiche relative al Test Medicina continuano a tenere banco. Il professor Roberto Burioni è intervenuto duramente sulla questione, criticando l'atteggiamento protettivo delle famiglie verso i figli che non hanno superato la prova. Per il docente, il problema risiede in una preparazione scolastica insufficiente e nella tendenza a cercare colpevoli esterni invece di concentrarsi sullo studio serio e approfondito.

La reazione dei genitori agli esiti

Il noto virologo non ha usato mezzi termini per commentare le lamentele seguite alla pubblicazione dei risultati, evidenziando come l'esclusione del 66% dei candidati sia sintomo di una selezione necessaria. Secondo il docente, un genitore dovrebbe indignarsi se il proprio figlio, aspirante medico, ignora concetti elementari come la formula chimica del sale. Invece di assumersi le proprie responsabilità, molte famiglie preferiscono attaccare il Ministero o il destino. Burioni sottolinea che molte delle domande giudicate impossibili erano, in realtà, di una facilità imbarazzante per uno studente preparato, ribadendo che la colpa non è del sistema ma della mancanza di competenze.

Il sistema scolastico e la cultura del merito

L'analisi si sposta poi sulle carenze strutturali del percorso educativo precedente all'università. Secondo l'esperto, i ragazzi sono stati abituati a una scuola poco selettiva, dove spesso si è preferito non penalizzare nessuno, portando alla maturità quasi la totalità degli studenti. Questo approccio ha creato uno shock al momento del Test Medicina, dove la competizione è reale. Con amara ironia, il professore immagina questi studenti in un futuro pronto soccorso, incapaci di gestire lo stress. La critica è rivolta a un sistema che ha evitato di chiedere il massimo impegno, producendo candidati non abituati alla pressione degli esami.

Consigli per affrontare il Test Medicina

In conclusione, il messaggio rivolto agli esclusi e alle loro famiglie è pragmatico e diretto verso il futuro. Non serve a nulla proteggere i figli dalle delusioni; è necessario invece far capire loro che nel mondo del lavoro contano i risultati concreti. L'invito è quello di rimettersi sui libri e studiare con dedizione in vista del prossimo tentativo. Il virologo chiarisce che il dibattito non dovrebbe vertere sulle modalità di accesso, bensì sul livello di ignoranza emerso dai test. Per superare lo scoglio non bastano sacrificio e impegno generico, ma serve acquisire una preparazione solida e verificabile.