Università, per la prima volta il Politecnico di Milano nella Top 100 QS Ranking, ma l’Italia resta indietro

Università QS Ranking 2026: Politecnico di Milano nella Top 100. L’Italia è seconda in Europa per presenze, ma le eccellenze restano concentrate e fragili

19 giugno 2025 14:02
Università, per la prima volta il Politecnico di Milano nella Top 100 QS Ranking, ma l’Italia resta indietro - Politecnico di Milano
Politecnico di Milano
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Per la prima volta un'Università italiana entra nella Top 100 del QS World University Ranking: il Politecnico di Milano è 96° al mondo. Ma il quadro complessivo rimane in chiaroscuro. L’Italia è seconda in Europa per numero di presenze, ma i miglioramenti sono pochi e le criticità strutturali ancora profonde. Il ranking 2026 mostra luci e ombre del sistema accademico nazionale

Italia seconda in Europa, ma la qualità non cresce ovunque

L’edizione 2026 del QS World University Ranking segna un momento storico per l’Italia: il Politecnico di Milano entra per la prima volta nella Top 100, al 96° posto, con un balzo di 13 posizioni in un solo anno. Seguono Sapienza di Roma, 128ª (+4), e Università di Bologna, 138ª (-5). In totale, le università italiane presenti sono 43, seconda cifra più alta in Europa dopo la Germania. Ma solo 17 migliorano il proprio posizionamento, mentre altrettante peggiorano. Otto rimangono stabili e si registra una new entry con l’Università di Urbino nella fascia 1201-1400. Le prime 500 comprendono ora 15 atenei italiani, uno in più rispetto al 2025, grazie alla scalata di Trento, salita alla 485ª posizione.

Università: eccellenze concentrate, carenze diffuse

Nonostante alcuni casi di successo, l’eccellenza rimane confinata a pochi atenei storici. Oltre ai tre migliori, figurano tra i primi 300 anche Padova (233ª), Politecnico di Torino (246ª) e Milano Statale (272ª). Tra il 301° e il 400° posto si trovano Pisa, Roma Tor Vergata e Napoli Federico II, mentre nella fascia 401-500 figurano altri sei nomi: Firenze, Torino, Cattolica, Pavia, San Raffaele e Trento. Tuttavia, persistono criticità croniche in settori fondamentali come la qualità della docenza, l’internazionalizzazione e l’occupabilità dei laureati. Secondo Nunzio Quacquarelli, fondatore di QS, il sistema italiano deve “trasformare le università in motori di crescita inclusiva”, superando il ruolo di semplici eccellenze isolate.

Ricerca, occupabilità e sostenibilità: indicatori in contrasto

Sul piano della reputazione tra i datori di lavoro, il Politecnico di Milano è 72° e Sapienza 92° per esiti occupazionali. Ma guardando all’indicatore delle citazioni per docente, emerge un’Italia spaccata: San Raffaele è 28° al mondo, mentre Brescia e Cattolica guadagnano oltre 90 posizioni. Al contrario, Milano Bicocca, Bologna, Firenze e Federico II segnano un netto arretramento. Anche nella collaborazione internazionale la situazione è mista: solo quattro atenei italiani (Sapienza, Bologna, Padova, Napoli Federico II) entrano nella top 100. In questo ambito, 22 università italiane sono tra le prime 500, ma 28 peggiorano rispetto al 2025, mentre 13 migliorano e una resta invariata.

Sostenibilità e Università, il vero tallone d’Achille del sistema

Il parametro sulla sostenibilità ambientale e sociale è quello in cui l’Italia registra le maggiori difficoltà. Solo Padova (110ª) e Bologna figurano tra le prime 150 al mondo. Le altre 34 università italiane presenti in classifica perdono terreno. In uno scenario globale dominato dalle grandi potenze accademiche, il Massachusetts Institute of Technology si conferma primo per il 14° anno consecutivo, seguito da Imperial College London e Stanford. Da segnalare anche la crescita dell’Asia, con Hong Kong, Singapore e Pechino vicine alla Top 10. L’Italia, pur presente, fatica a tenere il passo in un contesto sempre più competitivo e integrato.