USR Lazio: DIRIGENTISCUOLA chiede un'ispezione del Ministero

Il sindacato denuncia presunte irregolarità e pressioni su un dirigente scolastico, invocando l'intervento urgente del Ministro Valditara sull'USR Lazio.

A cura di Scuolalink Scuolalink
20 novembre 2025 11:30
USR Lazio: DIRIGENTISCUOLA chiede un'ispezione del Ministero - DIRIGENTISCUOLA
DIRIGENTISCUOLA
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Una nuova e complessa vicenda amministrativa investe l'USR Lazio, l'Ufficio Scolastico Regionale guidato da Anna Paola Sabatini. L'associazione sindacale DirigentiScuola ha inviato una dettagliata segnalazione al Ministro Giuseppe Valditara, denunciando presunte condotte persecutorie e irregolari messe in atto contro un preside in servizio a Roma. Al centro della controversia vi sono ispezioni a sorpresa e richieste burocratiche ritenute illegittime, che hanno spinto il sindacato a richiedere l'immediata rimozione dei responsabili coinvolti nella procedura.

Le accuse di vessazione rivolte all'USR Lazio

La denuncia presentata dal sindacato ricostruisce un quadro di persistente tensione tra l'amministrazione regionale e un dirigente scolastico, socio dell'organizzazione. Secondo quanto riportato, il professionista sarebbe vittima da oltre un anno di una vessazione mirata, iniziata con ispezioni basate su segnalazioni anonime che si sono rivelate infondate. Nonostante un trasferimento ottenuto per necessità, le pressioni sarebbero continuate nella nuova sede con l'avvio di ulteriori accertamenti volti a verificare il clima relazionale e la presenza in servizio. Un aspetto critico sollevato riguarda la figura del dirigente tecnico incaricato dell'ispezione: questi apparterrebbe a una sigla sindacale concorrente, precedentemente abbandonata dal preside ispezionato. Tale circostanza, secondo DirigentiScuola, configurerebbe un palese conflitto di interessi, rendendo l'affidamento dell'incarico non solo inopportuno sul piano deontologico, ma potenzialmente vizioso sotto il profilo della imparzialità amministrativa richiesta in tali procedure.

Violazioni della privacy e condotta antisindacale

Gli eventi hanno raggiunto il culmine nella giornata del 14 novembre, quando gli ispettori ministeriali si sono recati presso l'istituto scolastico proprio mentre il dirigente partecipava regolarmente a un'assemblea sindacale retribuita. Nonostante l'assenza fosse legittima e nota all'amministrazione, gli ispettori avrebbero intimato al preside di rientrare immediatamente, mettendo in atto quella che il sindacato definisce una chiara condotta antisindacale. Oltre a contestare l'assenza, ignorando che la dirigenza non è soggetta a orari rigidi ma a un impegno di risultato, i funzionari avrebbero avanzato richieste documentali al limite della legalità. È stato infatti ordinato al dirigente di fornire screenshot di comunicazioni private e una lista puntuale dei movimenti degli studenti, adducendo la necessità di verificare le riduzioni orarie per il pendolarismo. Inoltre, è stata pretesa la firma retroattiva di verbali redatti prima dell'assunzione in servizio del dirigente, una richiesta che violerebbe i principi di liceità amministrativa e responsabilità penale.

La richiesta di intervento e sanzioni disciplinari

Di fronte a tali episodi, il Presidente nazionale di DirigentiScuola, Attilio Fratta, ha reagito con fermezza, definendo l'accaduto come l'ennesima dimostrazione di una gestione strumentale da parte dell'Ufficio Scolastico. L'associazione ha formalmente diffidato l'amministrazione regionale a cessare immediatamente ogni comportamento diffamatorio e ha sollecitato il Ministro Valditara a disporre un accertamento ispettivo sull'operato dei vertici regionali. La richiesta non si limita alla verifica dei fatti, ma invoca l'adozione di severi provvedimenti disciplinari e la rimozione dai loro incarichi del Direttore Generale e dei dirigenti tecnici coinvolti. Fratta sottolinea come l'ignoranza, o la volontaria inosservanza delle norme pattizie e dei regolamenti, non possa essere tollerata in chi ricopre ruoli di garanzia. L'obiettivo del sindacato è ripristinare il rispetto delle regole e del buon andamento della scuola pubblica nel Lazio, ponendo fine a pratiche che sembrano giustificare qualsiasi mezzo pur di colpire determinati bersagli.

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