Violenza a scuola: Giannelli invoca prevenzione e tutele legali
Necessarie norme efficaci contro la violenza a scuola: il presidente ANP chiede leggi severe e un nuovo patto educativo tra famiglie e docenti.
In occasione della Giornata nazionale dedicata al tema, Antonello Giannelli (ANP) interviene con fermezza sulla violenza a scuola. È necessaria una responsabilità collettiva per difendere il patto educativo ormai fragile. Non bastano i simboli, occorrono azioni concrete per la sicurezza di chi lavora negli istituti.
Prevenzione e nuove norme contro la violenza a scuola
Educare significa innanzitutto riconoscere l'autorevolezza di chi opera quotidianamente in contesti spesso complessi. Per il presidente dell'ANP, investire nella prevenzione culturale è prioritario, ma non sufficiente se non affiancata da una tutela giuridica efficace. Un passaggio cruciale riguarda il disegno di legge voluto dal Ministro Valditara. Giannelli evidenzia tre priorità fondamentali per la tutela del personale:
L'introduzione dell'arresto in flagranza per chi aggredisce docenti e presidi.
La necessità di una rapida approvazione parlamentare del provvedimento.
Il contrasto deciso agli episodi di violenza fisica e verbale.
Questa misura mira a proteggere chi garantisce ogni giorno un servizio pubblico essenziale.
La sicurezza come garanzia del diritto allo studio
La tutela dei lavoratori non è un fatto isolato, ma la base indispensabile per assicurare il diritto allo studio degli alunni. Secondo Giannelli, solo in un ambiente sicuro la scuola può essere un vero luogo di crescita e democrazia, anche per gli adulti. La qualità del servizio educativo, infatti, è strettamente legata alla sicurezza del personale: istituti sereni favoriscono percorsi formativi solidi e relazioni positive. Proteggere i docenti significa difendere il futuro delle nuove generazioni, creando un clima di rispetto reciproco necessario per l'apprendimento e la convivenza civile.
Ricostruire il patto educativo
Le aggressioni feriscono profondamente quel patto educativo che dovrebbe legare scuole, famiglie e comunità. Non si tratta solo di celebrare una ricorrenza, ma di rispondere a un appello alla responsabilità sociale di tutti i cittadini. Se da un lato l'educazione al rispetto è la chiave per modificare i comportamenti nel lungo periodo, dall'altro servono regole certe nell'immediato. Le organizzazioni di categoria insistono su strumenti normativi che riconoscano la gravità degli atti contro chi svolge una funzione pubblica essenziale. Garantire serenità a dirigenti e insegnanti è l'unico modo per preservare il valore istituzionale della scuola italiana.