Buoni pasto ai dirigenti scolastici: la richiesta dell'ANP
L'ANP sollecita i buoni pasto dirigenti scolastici nella prossima manovra finanziaria per garantire equità con gli altri dipendenti pubblici.
Il tema dei buoni pasto dirigenti scolastici è ormai centrale nel dibattito sindacale e richiede una soluzione immediata. L'ANP rivendica con fermezza questo diritto a fronte di un impegno lavorativo prolungato che supera sistematicamente l'orario ordinario. È necessaria una misura concreta che garantisca finalmente parità di trattamento con gli altri comparti pubblici.
Un ruolo complesso senza orari definiti
La figura del capo d'istituto è caratterizzata da un carico di lavoro che non conosce pause. Tra le innumerevoli riunioni degli organi collegiali, la complessa gestione amministrativa e la supervisione di più plessi scolastici, l'attività lavorativa non termina quasi mai all'ora di pranzo. Spesso, la presenza fisica è richiesta fino a tarda sera per presenziare a eventi istituzionali o gestire le emergenze. Questa specifica realtà professionale rende indispensabile la consumazione del pasto fuori casa. Non parliamo di semplici compiti d'ufficio, ma di un presidio costante sul territorio che richiede massima flessibilità e una dedizione totale, ben oltre le canoniche ore antimeridiane previste contrattualmente.
Buoni pasto dirigenti scolastici e disparità
Attualmente sussiste un divario ingiustificato rispetto ad altri settori della Pubblica Amministrazione che deve essere colmato. Mentre la gran parte dei dirigenti statali beneficia regolarmente dei ticket restaurant, i presidi ne rimangono esclusi. L'ANP evidenzia come questa mancanza di tutele accentui la differenza economica tra colleghi dello stesso livello funzionale. Riconoscere questo beneficio non rappresenta un privilegio, bensì un atto dovuto per sanare un gap retributivo evidente e ingiusto. Le responsabilità crescenti, che comportano rischi civili e penali, devono necessariamente corrispondere a un adeguato welfare aziendale che supporti concretamente chi dirige la scuola italiana.
La richiesta per la Legge di Bilancio
L'obiettivo prioritario del sindacato è l'inserimento strutturale della misura nella prossima Legge di Bilancio 2026. La proposta mira all'estensione del beneficio a tutto il personale. I punti chiave della rivendicazione sono:
Riconoscimento formale del diritto alla pausa pranzo retribuita.
Allineamento immediato con gli standard del pubblico impiego.
Stanziamento di risorse specifiche per la copertura finanziaria.
Questa battaglia sindacale punta a ristabilire equità e dignità professionale per una categoria fondamentale, troppo spesso gravata da oneri burocratici insostenibili senza ricevere i giusti riconoscimenti economici e sociali da parte dello Stato.