Violenza tra adolescenti: la cause psicologiche e i rimedi
La violenza tra adolescenti nasce dalla mancata educazione emotiva: l'analisi dell'esperta sul ruolo di genitori e social media.
L'abbassamento dell'età nei casi di violenza tra adolescenti rappresenta un'emergenza che preoccupa esperti e famiglie. Secondo la psicologa Maria Rostagno, l'aggressività deriva spesso da una mancata educazione affettiva che impedisce ai ragazzi di gestire gli impulsi. È urgente intervenire su scuola e famiglia per insegnare ai giovani a riconoscere le emozioni e tollerare le frustrazioni quotidiane.
Le cause della violenza tra adolescenti
La diminuzione dell'età di chi commette abusi è allarmante, anche se i numeri assoluti non sono cresciuti. La dottoressa Rostagno sottolinea come la gestione delle emozioni sia una competenza che va appresa, non innata. Senza strumenti adeguati, i giovani agiscono spinti da rabbia e frustrazione, incapaci di valutare le conseguenze delle proprie azioni. Un fattore cruciale è di natura biologica: la corteccia prefrontale, l'area cerebrale deputata al controllo degli impulsi, matura completamente solo intorno ai 25 anni.
In questa fase di vulnerabilità neurologica, il supporto educativo diventa essenziale per trasformare gli impulsi distruttivi in comportamenti costruttivi.
Famiglia, social media e gratificazione
Le dinamiche contemporanee rischiano di ostacolare lo sviluppo della resilienza emotiva nei ragazzi. Due elementi principali contribuiscono a questa fragilità:
Modello genitoriale protettivo: spesso si tende a rimuovere ogni ostacolo per evitare disagi ai figli, impedendo loro di sviluppare la tolleranza all'attesa e la capacità di sacrificio.
Impatto dei social network: l'esposizione continua alle piattaforme digitali crea una dipendenza dalla gratificazione istantanea legata al rilascio rapido di dopamina.
I giovani, disabituati a perseguire obiettivi a lungo termine, faticano ad affrontare la realtà quotidiana. L'incapacità di gestire l'insoddisfazione momentanea genera spesso reazioni emotive sproporzionate quando le aspettative non vengono soddisfatte immediatamente.
Strategie di prevenzione e intervento
Per contrastare il fenomeno serve un'alleanza solida tra istituzioni educative e famiglie. Le scuole dovrebbero integrare nei programmi scolastici l'educazione affettiva, fondamentale per insegnare il rispetto dei confini e la gestione dei conflitti. Le famiglie, invece, devono accettare che la frustrazione è parte integrante della crescita, aiutando i figli a elaborare le emozioni negative senza eliminarle artificialmente. È fondamentale che i giovani acquisiscano la capacità di riflettere sui propri comportamenti. Intervenire ai primi segnali di disagio permette di avviare percorsi terapeutici efficaci prima che l'aggressività esploda in violenza.