Alunna bocciata: ricorso respinto perchè scritto con l'Intelligenza Artificiale

Un legale cita sentenze false create dall'Intelligenza Artificiale per un ricorso scolastico. Il TAR di Milano rigetta l'istanza.

A cura di Scuolalink Scuolalink
26 ottobre 2025 16:00
 Alunna bocciata: ricorso respinto perchè scritto con l'Intelligenza Artificiale - Giudice robot
Giudice robot
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Il caso di un ricorso al TAR di Milano, presentato per la bocciatura di una studentessa, solleva seri interrogativi sull'uso dell'Intelligenza Artificiale nelle professioni legali. L'avvocato della famiglia ha utilizzato sistemi di IA generativa per redigere l'atto, finendo però per includere giurisprudenza inesistente. Il tribunale ha rigettato il ricorso e segnalato il legale all'Ordine.

Il ricorso al Tar e le sentenze inventate

La vicenda ha origine dal ricorso presentato dalla madre di una studentessa di un liceo milanese contro la decisione di bocciatura. La famiglia sosteneva che la ragazza, affetta da problemi di salute, non avesse ricevuto l'adeguato supporto didattico dall'istituto scolastico. Per sostenere la tesi, il legale incaricato ha depositato un atto al Tribunale Amministrativo Regionale. L'analisi dei giudici ha però rivelato una grave anomalia: il ricorso citava precedenti giurisprudenziali e sentenze a supporto che, dopo attente verifiche, sono risultati completamente inesistenti o non pertinenti. Questo ha causato una notevole perdita di tempo agli uffici del TAR, costretti a spulciare le raccolte di giurisprudenza.

Le allucinazioni dell'intelligenza artificiale

Messo di fronte all'evidenza, l'avvocato ha ammesso di aver utilizzato sistemi di intelligenza artificiale generativa per la stesura del documento. Secondo la sua difesa, il software avrebbe commesso degli "abbagli", tecnicamente noti come allucinazioni dei sistemi LLM. Questi sistemi, nel tentativo di assecondare la richiesta dell'utente, possono creare informazioni dal nulla, inventando di sana pianta sentenze, casi e riferimenti normativi. Il problema è che lo fanno in modo estremamente puntiglioso e convincente, utilizzando la formattazione tipica degli atti legali, completi di numeri di protocollo e nomi dei tribunali. Tale livello di dettaglio rende le citazioni fasulle difficili da smascherare, richiedendo un controllo manuale approfondito per ogni singolo riferimento.

Responsabilità e le conseguenze legali

Il TAR non solo ha rigettato il ricorso, ma ha trasmesso gli atti all'Ordine degli Avvocati di Milano per le valutazioni disciplinari. Stefano Mielli, presidente della V sezione del Tar, ha sottolineato la gravità del comportamento, definendolo una violazione del dovere di lealtà e probità. L'uso di citazioni false, infatti, inquina il contraddittorio e aggrava inutilmente il lavoro di giudici e controparti. Il fatto di aver usato l'IA non scusa il legale: la responsabilità degli atti ricade sempre su chi li firma. La recente Legge 132/2025 chiarisce che l'IA nelle professioni intellettuali serve solo come supporto, con prevalenza del lavoro umano, e impone di informare il cliente sul suo utilizzo.

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