Alunni per classe: Piccolotti contro Valditara, spiegazione 'illogica'
Il dibattito sul numero di alunni per classe si accende. Il Ministro Valditara cita l'INVALSI per sminuirne l'impatto, ma l'opposizione (AVS) lo contesta.
Il dibattito sul numero di alunni per classe infiamma la politica scolastica. Le recenti dichiarazioni del Ministro Giuseppe Valditara, secondo cui classi troppo piccole peggiorerebbero l'apprendimento citando studi INVALSI, hanno scatenato polemiche. A replicare è Alleanza Verdi Sinistra (Avs), con Elisabetta Piccolotti che definisce "illogica" la tesi del ministro, difendendo una proposta di legge popolare contro il sovraffollamento scolastico.
La posizione del ministro Valditara sugli alunni per classe
Le recenti affermazioni del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, hanno sollevato un acceso dibattito sulla gestione delle classi. Secondo il ministro, il numero di alunni per classe non rappresenterebbe il fattore determinante per la qualità dell'apprendimento. Citando studi dell'INVALSI, Valditara ha sostenuto una tesi controversa: un rapporto docenti-studenti eccessivamente basso non solo non migliorerebbe i rendimenti, ma rischierebbe addirittura di peggiorarli. Questa non è la prima volta che il ministro esprime tale concetto, avendolo già illustrato in precedenza. Valditara ha sottolineato come l'idea di risolvere i problemi scolastici semplicemente riducendo le classi sia "superficiale". Ha menzionato l'esempio della Francia, dove, a suo dire, le classi piccole avrebbero fallito. Pur specificando di non essere favorevole alle cosiddette "classi pollaio" o a numeri eccessivi, il ministro ritiene l'attuale numerosità media del sistema italiano "corretta".
L'alternativa: potenziamento e personalizzazione didattica
La visione del Ministro Valditara non si ferma alla critica delle classi ridotte, ma propone una strategia alternativa. Invece di intervenire sul numero assoluto di studenti, la soluzione risiederebbe nel dotare le scuole di più insegnanti qualificati. Nello specifico, il ministro ha menzionato la necessità di incrementare docenti di italiano e matematica. Questo personale aggiuntivo non servirebbe a sdoppiare le classi, ma a realizzare un efficace potenziamento dell'offerta formativa. L'obiettivo è attuare una personalizzazione della didattica sempre più accentuata. Questo approccio consentirebbe, da un lato, di fornire supporto mirato ai ragazzi che presentano maggiori difficoltà e, dall'altro, di facilitare l'accelerazione degli studenti più dotati, in un'ottica di valorizzazione dei singoli talenti.
La replica di Avs e la proposta di legge
La posizione del ministro è stata duramente contestata da Alleanza Verdi Sinistra (Avs). L'onorevole Elisabetta Piccolotti ha definito "illogico" sostenere che classi più piccole non siano necessarie. Avs ha recentemente lanciato una proposta di legge di iniziativa popolare, accompagnata da una raccolta firme, proprio per combattere il sovraffollamento nelle aule. Piccolotti accusa Valditara di utilizzare i dati INVALSI con "stupefacente superficialità" e senza criteri scientifici, ignorando variabili cruciali come le differenze territoriali tra Nord e Sud o il background socio-culturale degli studenti. In netto contrasto, Piccolotti cita uno studio francese dell'Istituto per le Politiche Pubbliche (IPP) del giugno 2025, il quale affermerebbe, basandosi su una solida letteratura scientifica, che il numero di studenti incide sui risultati e persino sui futuri stipendi. La conclusione di Avs è che il ministro tenti di "tagliare risorse alla scuola pubblica".