Anief boccia la Legge AC 2303: No al docente per l'inclusione
Anief respinge la riforma sul docente per l'inclusione: necessario favorire la corresponsabilità educativa e non il semplice cambio del nome.
Il presidente Marcello Pacifico ha richiesto ufficialmente il ritiro della Legge AC 2303, definendola inadeguata per migliorare la scuola attuale. La proposta, che introduce il cosiddetto docente per l'inclusione, rischia di de-responsabilizzare il consiglio di classe, mentre serve una visione collegiale e condivisa. Per il sindacato si tratta, nei fatti, di un pericoloso passo indietro.
I motivi del no alla qualifica di docente per l'inclusione
L'articolo 1 della norma prevede la sostituzione formale del docente di sostegno con una nuova qualifica, ma questa modifica nominale non risolve le criticità del sistema. Anief ritiene che delegare tutto a una sola figura giustifichi il disimpegno degli altri insegnanti, minando il concetto di sinergia educativa fondamentale per gli alunni.
L'inclusione scolastica non può essere garantita da un unico insegnante isolato, ma deve diventare una responsabilità condivisa da tutto il consiglio di classe. Un cambio di etichetta rischia di legittimare l'idea che il supporto agli alunni con disabilità sia compito esclusivo di un solo specialista.
La proposta alternativa: ore di inclusione e compresenza
Per garantire un supporto concreto e non solo formale agli alunni, il sindacato avanza una soluzione basata sulla didattica cooperativa e strutturale. Ecco i punti chiave della controproposta per una scuola realmente inclusiva:
Istituzione di ore curricolari settimanali dedicate alla compresenza attiva.
Promozione di metodologie come il cooperative learning e il peer tutoring.
Spazi strutturati per il lavoro su empatia e relazioni.
Valorizzazione delle differenze come risorsa per l'intero gruppo classe.
Verso una responsabilità condivisa
La vera rivoluzione non risiede nel modificare il nome al ruolo, ma nell'aumentare le ore di sostegno e garantire formazione specifica a tutto il personale docente. Solo attraverso un impegno collettivo si potrà evitare l'isolamento della funzione di sostegno e costruire un ambiente di apprendimento efficace e accogliente per tutti.