Asacom Palermo: la protesta si trasforma in rinuncia

Vertenza Asacom Palermo: l'obbligo di partita Iva lascia 600 alunni scoperti. I sindacati denunciano una situazione paradossale.

A cura di Scuolalink Scuolalink
30 ottobre 2025 12:00
Asacom Palermo: la protesta si trasforma in rinuncia - ASACOM - Assistente all'autonomia e alla comunicazione
ASACOM - Assistente all'autonomia e alla comunicazione
Condividi

Situazione critica per gli operatori Asacom a Palermo. I sindacati (Nidil, Fp, Flc Cgil) denunciano l'imposizione della partita Iva come "paradossale". Questa forzatura giuridica contrasta con la natura del loro lavoro, simile al subordinato e non autonomo. Molti rifiutano l'incarico assegnato, lasciando di conseguenza oltre 600 alunni con disabilità senza la necessaria assistenza scolastica.

La natura del paradosso

La controversia che coinvolge gli assistenti all'autonomia e alla comunicazione (Asacom) nel capoluogo siciliano sta creando forti tensioni. Le organizzazioni sindacali Nidil, Fp e Flc Cgil di Palermo hanno sollevato una grave problematica: l'imposizione dell'apertura della partita Iva per questi operatori. Secondo i segretari generali Francesco Brugnone (Nidil), Andrea Gattuso (Fp) e Fabio Cirino (Flc), si tratta di una "forzatura senza riscontro giuridico". Il punto centrale della protesta risiede nella natura stessa del rapporto di lavoro. Gli Asacom, pur essendo spinti verso un regime da lavoratore autonomo, operano in condizioni che ricalcano palesemente il lavoro subordinato. Devono infatti sottostare a orari precisi e utilizzare strumenti di lavoro che non sono di loro proprietà. (659 caratteri)

La contestazione legale e contrattuale

I sindacati evidenziano una netta contrapposizione tra la richiesta del Comune e le normative vigenti, citando specificamente l'articolo 2222 del codice civile (contratto d'opera). Questa norma definisce il lavoratore autonomo come colui che compie un'opera o un servizio "con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione". La situazione degli Asacom palermitani sembra smentire questa autonomia. Essi non decidono la propria tariffa, che è già stabilita a priori in 15,61 euro lordi l'ora. Questa mancanza di autonomia decisionale e la sottostanza a direttive organizzative rendono l'obbligo della partita Iva, secondo la Cgil, una distorsione contrattuale che non rispecchia la realtà operativa del servizio. (660 caratteri)

L'impatto economico e la precarietà

L'adozione della partita Iva incide pesantemente sulla stabilità economica degli operatori. La retribuzione lorda di 15,61 euro, una volta dedotte imposte e contributi previdenziali (che ricadono interamente sul lavoratore), si riduce a circa 10 euro netti l'ora. Questo modello contrattuale, tipico del lavoro autonomo, scarica sull'operatore l'intero onere fiscale, eliminando al contempo tutele fondamentali. I lavoratori sono privi di ferie pagate, non hanno copertura per le festività (come quelle natalizie) e, aspetto cruciale, non ricevono retribuzione in caso di malattia, sia propria che dell'alunno assistito. Una precarietà inaccettabile per un servizio essenziale. (662 caratteri)

Vertenza Asacom Palermo: l'emergenza sociale

Le conseguenze di questa impostazione contrattuale vanno oltre i singoli lavoratori, colpendo direttamente il diritto allo studio e all'assistenza. A Palermo, sono 2.540 i bambini che necessitano del supporto Asacom. Attualmente, solo 1.800 operatori hanno accettato l'incarico a queste condizioni. Ciò significa che oltre 600 alunni con disabilità restano scoperti. I sindacati parlano di un "effetto domino": il rifiuto della partita Iva da parte di molti professionisti costringe le famiglie a tenere i bambini a casa. La Cgil chiede una soluzione strutturale: una legislazione regionale che uniformi l'assistenza specialistica in tutta la Sicilia, garantendo omogeneità di servizio e trattamenti equi per i lavoratori. (683 caratteri

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail