Assegno di inclusione, novità 2026: rinnovo automatico ma al 50% per il primo mese
L'Assegno di inclusione cambia regole dal 2026: eliminata la sosta per il rinnovo ma il primo pagamento sarà dimezzato.
Un cambiamento cruciale interesserà l'Assegno di inclusione a partire dal 2026. La riforma in discussione al Senato cancella l'obbligo di pausa nel rinnovo, assicurando la continuità del sostegno economico. Tuttavia, è prevista una penalizzazione iniziale: un taglio del 50% sulla prima rata.
Modifiche al rinnovo dell'Assegno di inclusione
Il meccanismo di rinnovo subirà una trasformazione pensata per evitare vuoti di copertura finanziaria. Oggi, dopo 18 mesi di erogazione, è necessario un mese di sospensione prima di poter ripresentare la domanda, lasciando i nuclei familiari scoperti per quel periodo. Con la nuova manovra questa attesa viene cancellata, garantendo un flusso di denaro ininterrotto. Come contropartita per questa immediatezza, la prima mensilità erogata del nuovo ciclo sarà dimezzata. Solo dal secondo mese l'importo tornerà pieno, una scelta tecnica pensata per dare continuità all'aiuto senza gravare eccessivamente sui conti pubblici nel momento del rinnovo della misura.
Risparmio di spesa e nuovi stanziamenti
La ratio della norma è duplice: garantire stabilità alle famiglie e contenere i costi statali. Il taglio della prima rata genererà un risparmio di 100 milioni di euro, risorse ritenute fondamentali per la sostenibilità del sistema. La misura potrebbe applicarsi retroattivamente anche a chi finisce il sussidio a novembre 2025. Per il 2026 sono previsti maggiori stanziamenti per circa 380 milioni di euro. Tuttavia, si prevede una contestuale riduzione del Fondo povertà, utilizzato solitamente per finanziare i servizi sociali territoriali, spostando così l'equilibrio delle risorse disponibili per il welfare nazionale verso il sostegno diretto.
I requisiti richiesti per i beneficiari
Non cambiano i destinatari della misura, che resta focalizzata sulle fragilità sociali ed economiche. L'Adi combina il supporto monetario con doverosi percorsi di inclusione lavorativa e sociale. L'accesso è riservato a nuclei che presentano specifiche caratteristiche di vulnerabilità. Nello specifico, possono fare richiesta le famiglie che rientrano in queste categorie:
Nuclei familiari con presenza di minori o disabili a carico;
Famiglie con componenti che hanno superato i 60 anni di età;
Persone che versano in condizioni di svantaggio certificate dai servizi sanitari.
L'obiettivo rimane quello di supportare le spese essenziali favorendo l'autonomia dei cittadini coinvolti.