Assicurazione sanitaria integrativa: FLC CGIL dice NO al nuovo CCNI proposto dal MIM
Nuova ipotesi di CCNI per l'assicurazione sanitaria integrativa estesa ai precari. Ma la FLC CGIL contesta fondi insufficienti e tagli alla scuola.


Nuova proposta del MIM per l'assicurazione sanitaria integrativa del personale della scuola. L'incontro del 20 ottobre ha presentato un'ipotesi di CCNI che estende la copertura ai supplenti fino al 30 giugno. Per finanziare l'estensione (15 milioni l'anno) si usano i risparmi dagli esami di Stato. Ma la FLC CGIL non sottoscrive l'accordo.
La nuova ipotesi di CCNI e l'estensione ai precari
L'incontro tenutosi il 20 ottobre 2025 tra il Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM) e le organizzazioni sindacali ha segnato un'evoluzione nel dibattito sul welfare del personale scolastico. Sul tavolo, una nuova ipotesi di CCNI (Contratto Collettivo Nazionale Integrativo) riguardante l'assistenza sanitaria integrativa. Questa proposta sostituisce quella precedentemente illustrata l'11 agosto 2025. La novità principale risiede nell'estensione della copertura assicurativa a una platea prima esclusa: i supplenti con contratto a tempo determinato. Nello specifico, la misura includerebbe sia i precari con scadenza al 31 agosto sia quelli con contratto fino al 30 giugno.
Questa modifica risponde ad una precisa richiesta sindacale di equità, cercando di includere una vasta porzione di lavoratori. Per sostenere l'ampliamento della platea, l'Amministrazione ha previsto uno stanziamento di risorse aggiuntive. Ai 65 milioni di euro già stanziati, si aggiungono ulteriori 15 milioni di euro per ciascun anno dal 2026 al 2029. Il reperimento di questi fondi deriva direttamente dai risparmi generati dal Decreto Legge n.127 del 9 settembre 2025. Tale decreto ha modificato la composizione della commissione dell'esame di Stato, riducendone i componenti da sette a cinque. Questa strategia di finanziamento tramite risparmi è stata però uno dei punti centrali di critica da parte sindacale, in quanto non rappresenta un investimento netto nel settore.
Le criticità sull'assicurazione sanitaria integrativa
Nonostante l'apertura verso i precari, la FLC CGIL ha espresso un netto dissenso, rifiutando di sottoscrivere l'ipotesi di accordo. Le criticità sollevate dal sindacato sono molteplici e sostanziali. In primo luogo, le risorse totali (80 milioni di euro annui) sono giudicate assolutamente insufficienti a garantire una copertura sanitaria adeguata. La platea dei destinatari, infatti, è estremamente vasta, superando 1,2 milioni di addetti tra docenti e personale ATA, di ruolo e precari. Vi è inoltre una forte vaghezza sulle prestazioni che verranno effettivamente erogate; il timore è che possano essere fortemente limitate e circoscritte a pochi servizi specifici. Un altro elemento di forte frizione riguarda l'orizzonte temporale dell'investimento. Lo stanziamento è limitato ai prossimi quattro anni (fino al 2029), senza alcuna garanzia sulla continuità del servizio in futuro.
Il 'no' della FLC CGIL e la richiesta di vera negoziazione
Il punto più contestato dalla FLC CGIL resta l'origine dei fondi. Il sindacato denuncia che i finanziamenti derivano in massima parte da tagli a risorse già destinate alla scuola. Oltre ai risparmi sugli esami di Stato, si citano tagli ai fondi per il funzionamento didattico e amministrativo delle scuole. Questo, secondo il sindacato, mette in contrapposizione le esigenze operative degli istituti con il diritto alla salute del personale. A fronte di questo quadro, la FLC CGIL ritiene che non vi siano le condizioni per la firma. Si lamenta che le clausole contrattuali siano state definite unilateralmente dalla controparte, mancando una vera negoziazione. Inoltre, si fa notare che le economie realizzate sugli esami di Stato sarebbero state più utilmente impiegate per aumentare i compensi dei docenti commissari. Il sindacato rivendica quindi la necessità di risorse aggiuntive e un tavolo negoziale autentico.