Bocciatura dopo la morte del padre, il Tar accoglie ricorso: 'Il lutto va considerato dalla scuola'
Un 16enne di Treviso bocciato nonostante la morte del padre. La madre vince il ricorso al Tar: il lutto va considerato dalla scuola.
La giustizia amministrativa interviene su un caso di bocciatura a Treviso. Un 16enne, provato dalla recente morte del padre, non aveva superato un esame di recupero. La madre ha presentato ricorso al Tar Veneto, vincendo. Per i giudici, il grave lutto familiare andava considerato dal consiglio di classe, che ora dovrà rivedere la decisione.
Il calo di rendimento dopo la tragedia familiare
La vicenda ha inizio nel dicembre dello scorso anno, quando un evento tragico colpisce la famiglia di uno studente 16enne di un istituto tecnico in provincia di Treviso. Il padre del ragazzo viene a mancare, un lutto devastante che inevitabilmente si ripercuote sul suo equilibrio emotivo e, di conseguenza, sul suo rendimento scolastico durante l'anno. Al termine del terzo anno, a giugno, lo scrutinio finale evidenzia un calo e il giovane accumula tre debiti formativi: matematica, chimica organica e biochimica, e chimica analitica. Si tratta di un calo evidente per l'alunno, presumibilmente collegabile al difficile periodo personale che stava attraversando. La scuola, sebbene informata dalla madre della situazione, ha proseguito con l'iter standard di valutazione.
La bocciatura nonostante l'impegno e il primo ricorso
Nonostante il dolore ancora vivo, l'adolescente si impegna nello studio estivo per recuperare le materie indicate. I risultati delle prove di riparazione, svolte a settembre, mostrano un progresso significativo e la volontà dello studente di rimettersi in pari. Il ragazzo supera brillantemente la maggior parte delle prove, ottenendo voti positivi e perfino un lusinghiero 8 in biochimica. Tuttavia, l'unica materia non recuperata, chimica analitica, si rivela fatale. Il consiglio di classe, applicando quello che appare come un rigido automatismo normativo, delibera la non ammissione alla classe successiva. È a questo punto che la madre, assistita dall'avvocato Isetta Barsanti Mauceri, decide di impugnare la decisione davanti al Tar del Veneto.
L'intervento decisivo del Tar e l'annullamento
Inizialmente, a inizio ottobre, il Tar accoglie la domanda cautelare, riconoscendo i progressi dello studente e la particolare situazione umana. I magistrati amministrativi chiedono alla scuola una revisione del giudizio, tenendo conto del contesto. Sorprendentemente, il 7 ottobre, il consiglio di classe si riunisce e, riesaminato il caso, conferma la bocciatura. La madre, determinata, presenta un nuovo ricorso. Stavolta, i giudici amministrativi sono netti: annullano la bocciatura. Nelle motivazioni si sottolinea che l'istituto non ha adeguatamente valorizzato la comunicazione della scomparsa del marito, un evento "evidentemente tragico" che non necessitava di ulteriori dettagli per essere compreso nella sua gravità. La scuola dovrà ora fornire i laboratori al ragazzo per preparare un nuovo esame di recupero.