Bonus mamma: Tribunale di Prato lo estende alla collaboratrice scolastica supplente

Il Tribunale di Prato accoglie il ricorso di una collaboratrice scolastica, applicando il principio di non discriminazione sul bonus mamma.

17 novembre 2025 11:00
Bonus mamma: Tribunale di Prato lo estende alla collaboratrice scolastica supplente - Sentenza del Giudice
Sentenza del Giudice
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Una sentenza del Tribunale di Prato stabilisce un importante precedente sul bonus mamma 2024. Il giudice ha riconosciuto il beneficio a una collaboratrice scolastica precaria, madre di due figli. La decisione applica il principio di non discriminazione, estendendo la misura anche alle lavoratrici con contratto a termine, precedentemente escluse.

Il caso di Prato e la decisione del tribunale

La recente pronuncia del Tribunale di Prato ha portato alla luce una questione cruciale riguardante l'applicazione del bonus mamma, introdotto dalla Legge di Bilancio 2024. La vicenda ha visto protagonista una collaboratrice scolastica con contratto a tempo determinato, madre di due figli, che si era vista negare l'accesso alla misura contributiva. Assistita legalmente dalla Uil Scuola di Prato, la lavoratrice ha impugnato il provvedimento di esclusione, basando il ricorso su una presunta disparità di trattamento. Il giudice del lavoro ha infine accolto le sue richieste, ordinando il riconoscimento del beneficio economico, un'indennità che può raggiungere i 250 euro mensili.

Il bonus mamma e il principio di non discriminazione

La sentenza emessa dal tribunale toscano si fonda solidamente sul principio di non discriminazione, un cardine del diritto del lavoro sia nazionale che europeo. Questa norma stabilisce che i lavoratori con contratti a tempo determinato non devono subire un trattamento meno favorevole rispetto ai colleghi assunti a tempo indeterminato che svolgono mansioni comparabili, a meno che non sussistano ragioni oggettive che giustifichino tale differenza. Nel caso specifico del bonus mamma, l'esclusione delle lavoratrici precarie è stata giudicata discriminatoria, poiché la natura temporanea del rapporto di lavoro non costituisce una giustificazione oggettiva per negare un sostegno alla maternità. Il beneficio, concepito per sostenere le lavoratrici madri, prevede un esonero contributivo significativo fino a un massimo di 3.000 euro annui.

Le reazioni e le prospettive future per le precarie

La Uil Scuola di Prato, attraverso le parole del segretario Luigi Rocca, ha espresso grande soddisfazione per questo risultato, sottolineando come si tratti della prima pronuncia favorevole ottenuta per una lavoratrice della provincia. Il sindacato ha ribadito il proprio impegno nell'offrire assistenza legale gratuita ai propri iscritti, evidenziando come moltissime lavoratrici del comparto scuola, tra cui docenti e personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario), si trovino nella medesima condizione di precarietà contrattuale. Questa sentenza assume quindi il valore di un precedente significativo, potenzialmente apripista per numerosi altri ricorsi volti al riconoscimento del beneficio. L'estensione del bonus alle madri lavoratrici con contratto a termine rappresenta una fondamentale tutela della genitorialità nel settore del pubblico impiego, spesso caratterizzato da un ampio utilizzo di contratti flessibili.

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