Carico burocratico dei docenti: tra le soluzioni svizzere e i disagi in Italia
Le richieste sindacali per ridurre il carico burocratico dei docenti puntano a valorizzare la didattica e a limitare le procedure amministrative complesse.
Una recente risoluzione approvata a Lugano evidenzia l’urgenza di ridurre il carico burocratico dei docenti, un tema sempre più dibattuto anche nel sistema scolastico italiano. L'obiettivo primario è alleggerire le procedure amministrative complesse per restituire tempo prezioso alla progettazione didattica e alla relazione educativa, migliorando così la qualità dell'insegnamento e il benessere lavorativo.
Le nuove richieste per alleggerire il lavoro in Svizzera
L’assemblea annuale di OCST-Docenti, tenutasi a Lugano, ha portato all'approvazione di una risoluzione mirata a contrastare il crescente peso delle incombenze amministrative. I dati raccolti dal sondaggio “Tra impegno, carico e passione per la scuola” confermano una percezione diffusa di sovraccarico lavorativo tra gli insegnanti.
Le richieste avanzate dal sindacato sono precise e puntano a una riorganizzazione strutturale delle risorse scolastiche. Si propone una riduzione del numero massimo di allievi per classe e una revisione del coefficiente tra le ore di lezione frontale e le ore di lavoro effettive.
Per migliorare le condizioni lavorative, l'organizzazione suggerisce anche il riconoscimento di sgravi orari specifici per attività aggiuntive. Tra queste figurano la co-docenza e la gestione di percorsi personalizzati, elementi che richiedono un notevole impegno temporale extra.
Il piano prevede inoltre un potenziamento delle segreterie scolastiche per snellire le procedure burocratiche. Secondo il presidente Gianluca D’Ettorre e il direttore Fabio Merlini, questa strategia è indispensabile per garantire una gestione sostenibile delle risorse umane.
La situazione in Italia e le criticità strutturali
Anche nel contesto italiano, la burocrazia rappresenta da anni una criticità strutturale che incide negativamente sulla qualità dell’insegnamento. Diverse rilevazioni segnalano che una parte consistente del servizio dei docenti è assorbita dalla compilazione di documenti e da pratiche di monitoraggio continuo.
Nonostante la riconosciuta necessità di digitalizzare i flussi operativi, le procedure rimangono spesso eterogenee e ridondanti. Il divario tra le ore di lezione contrattuali e il cosiddetto "lavoro invisibile" continua a generare un forte malcontento professionale nella categoria.
Le principali attività che sottraggono tempo alla didattica includono:
Rendicontazioni amministrative dettagliate richieste dai vari enti.
Compilazione di modulistica per la sicurezza e la privacy.
Verbalizzazione complessa di riunioni e consigli di classe.
Gestione formale dei rapporti con le famiglie e comunicazioni istituzionali.
Verso nuovi modelli di gestione del carico burocratico dei docenti
L’esperienza svizzera offre spunti di riflessione utili per ripensare la condizione della docenza anche nel nostro Paese. L’avvio di studi sulla semplificazione e la definizione di standard più equilibrati potrebbero costituire un modello ispiratore per le riforme future.
Ridurre il peso amministrativo significa restituire centralità alla dimensione pedagogica della scuola. La valorizzazione della professione passa necessariamente attraverso il riconoscimento del tempo dedicato all’aspetto relazionale e formativo, piuttosto che a quello burocratico.
Una scuola efficiente dipende dalla capacità di bilanciare le richieste istituzionali con la sostenibilità del lavoro quotidiano. La risoluzione dell'OCST conferma che il benessere degli insegnanti è un prerequisito fondamentale per mantenere elevati livelli qualitativi nell'istruzione pubblica.