Carta Docente ai supplenti: Giudice del Lavoro di Marsala risarcisce un'insegnante precaria

Un giudice riconosce il diritto alla Carta Docente per una precaria, citando il principio UE di non discriminazione e la giurisprudenza nazionale.

16 novembre 2025 07:30
Carta Docente ai supplenti: Giudice del Lavoro di Marsala risarcisce un'insegnante precaria - Sentenza del Giudice
Sentenza del Giudice
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La giustizia del lavoro a Marsala conferma il diritto alla Carta Docente per i supplenti. Un'insegnante precaria ha ottenuto un risarcimento di 1.000 euro per due supplenze annuali. La decisione si allinea alla giurisprudenza europea e nazionale, ribadendo il principio di non discriminazione tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato nel settore scolastico.

Il Tribunale di Marsala applica il principio di non discriminazione

Il tribunale del lavoro di Marsala ha emesso una significativa sentenza, accogliendo il ricorso di una docente precaria difesa dall'Anief e condannando il Ministero al pagamento di 1.000 euro a titolo di risarcimento per la mancata erogazione della Carta Docente durante due anni di servizio con contratti a termine. La motivazione centrale della decisione risiede nel riconoscimento che le funzioni educative svolte dai supplenti sono identiche a quelle del personale di ruolo, rendendo ingiustificata una disparità di trattamento nell'accesso agli strumenti di formazione professionale. Il giudice siciliano ha sottolineato come tale esclusione violi palesemente il principio di non discriminazione sancito a livello europeo, che impone di trattare situazioni comparabili, come l'insegnamento, in maniera identica indipendentemente dalla natura del contratto.

Carta Docente e il richiamo alla Corte di Giustizia UE

La sentenza di Marsala richiama esplicitamente la consolidata giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, la quale ha chiarito che il divieto di discriminazione impone di non trattare diversamente situazioni simili, a meno di una giustificazione oggettiva (sentenza Grupo Norte Facility, C-574/16). L'accordo quadro europeo sul lavoro a tempo determinato, secondo l'interpretazione della Corte, si concentra specificamente sulle differenze di trattamento ingiustificate tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato che si trovano in contesti lavorativi analoghi. Per valutare la comparabilità delle situazioni, i giudici europei specificano la necessità di analizzare un insieme di fattori concreti, che includono la natura del lavoro svolto, le condizioni di formazione richieste e le effettive condizioni di impiego.

La conferma della giustizia nazionale e l'obbligo formativo

Il giudice del lavoro ha inoltre evidenziato come l'esclusione dei docenti a tempo determinato dalla formazione professionale finanziata contrasti con l'esigenza del sistema scolastico di garantire un aggiornamento costante di tutto il personale, fondamentale per la qualità dell'insegnamento (Cons. Stato, sent. n. 1842/2022). Viene quindi respinta la tesi ministeriale secondo cui la Carta servirebbe a compensare un presunto "maggior obbligo formativo" dei docenti di ruolo, ritenendola una disparità di trattamento priva di fondamento oggettivo e non giustificabile. Recentemente, anche le Sezioni Unite della Cassazione (sentenza 4090/2023) sono intervenute per dirimere i contrasti, confermando l'attribuibilità del beneficio ai precari per evitare discriminazioni e chiarendo la natura annua del sostegno.

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