Collaboratori scolastici: stipendio 2025 e potere d'acquisto, ecco quanto hanno perso
Gli aumenti previsti dal rinnovo contrattuale non bastano. L'inflazione erode lo stipendio dei collaboratori scolastici: persi 1.756 euro.
L'analisi degli stipendi dei collaboratori scolastici rivela una situazione critica. Nonostante gli aumenti contrattuali previsti fino al 2025, il potere d'acquisto è crollato. L'inflazione ha superato di gran lunga gli incrementi retributivi, portando a una perdita economica netta. Questo scenario, analizzato dal Corriere, solleva dubbi sull'adeguatezza del rinnovo 2019-2021 e futuri.
Gli aumenti stipendiali previsti per il 2025
Le recenti discussioni sul rinnovo dei contratti collettivi nazionali hanno riacceso i riflettori sulle condizioni retributive del personale scolastico. In particolare, desta preoccupazione la situazione dei collaboratori scolastici, una figura fondamentale per il buon funzionamento degli istituti. Un'approfondita analisi pubblicata dal Corriere, a cura delle giornaliste Milena Gabanelli e Simona Ravizza, ha esaminato le cifre previste per il 2025.
Stando ai dati raccolti, gli aumenti stipendiali non saranno uniformi, ma varieranno significativamente in base all'anzianità di servizio accumulata. Le proiezioni indicano un range di incremento lordo mensile che parte da 82,13 euro e arriva fino a 106,14 euro. Sebbene questi incrementi rappresentino un passo avanti nelle trattative tra Amministrazione e sindacati, sorgono dubbi sulla loro reale capacità di compensare le difficoltà economiche degli ultimi anni.
Stipendio collaboratori scolastici e impatto dell'inflazione
L'efficacia di questi aumenti deve essere valutata nel contesto economico attuale, caratterizzato da un sensibile aumento del costo della vita. L'indagine del Corriere analizza l'evoluzione storica delle retribuzioni per evidenziare il divario. Prendendo come esempio un collaboratore scolastico con alta anzianità (oltre 35 anni di servizio), si osserva che lo stipendio lordo mensile era di 1.918 euro nel 2019.
A seguito del rinnovo contrattuale 2019-2021, la retribuzione è stata portata a 2.013 euro. Con gli ulteriori aggiustamenti previsti, si stima che la busta paga raggiungerà i 2.094 euro lordi nel 2025. Questo percorso, spalmato su sei anni, si traduce in un incremento lordo complessivo del 9,17%. Si tratta di un dato puramente nominale che non tiene conto delle dinamiche inflattive.
La perdita netta del potere d'acquisto
Il dato più allarmante emerge dal confronto con l'inflazione. Nello stesso arco temporale, l'inflazione rilevata da Eurostat ha registrato un incremento cumulativo del 20,6%. Questo significa che i prezzi al consumo sono cresciuti più del doppio rispetto agli stipendi. Il potere d'acquisto di un collaboratore scolastico si è quindi drasticamente ridotto.
L'analisi stima che, per conservare la stessa capacità di spesa del 2019, lo stipendio netto annuo avrebbe dovuto aumentare di 3.269 euro. La situazione è ulteriormente complicata dagli interventi fiscali. Nonostante misure come il taglio del cuneo fiscale e la rimodulazione delle aliquote, l'impatto positivo non è sufficiente a colmare il divario. La conclusione dell'inchiesta è netta: rispetto al 2019, un collaboratore scolastico con la massima anzianità subisce una perdita annua netta di 1.756 euro.