Come cambia la ricostruzione di carriera: novità per docenti e ATA
Cambiano le regole per la ricostruzione di carriera di docenti e ATA. Le novità dal 2023, chi ci guadagna e chi ci perde con il nuovo calcolo del servizio.


La ricostruzione di carriera per docenti e personale ATA è cambiata. Le nuove norme, in vigore dal 2023, modificano il calcolo degli anni di servizio pre-ruolo, creando vantaggi e svantaggi a seconda dei casi. Ecco una guida chiara per orientarsi tra le nuove disposizioni.
Ricostruzione di carriera: il calcolo fino al 2023
Fino al 2023, la ricostruzione di carriera per il personale scolastico seguiva le direttive dell’articolo 485 del Testo Unico (D.Lgs. 297/1994). Questo sistema riconosceva per intero i primi quattro anni di servizio pre-ruolo, sia a fini economici che giuridici. Per gli anni successivi al quarto, invece, solo i due terzi venivano considerati validi nell'immediato, mentre il restante terzo era temporaneamente accantonato. Un docente con dieci anni di precariato, ad esempio, si vedeva riconosciuti subito otto anni: i primi quattro per intero e altri quattro derivanti dai due terzi dei sei anni restanti.
Il riallineamento della carriera e la 'fictio iuris'
Il vecchio sistema includeva anche il riallineamento della carriera, un meccanismo che permetteva di recuperare il terzo di servizio accantonato dopo un determinato numero di anni di ruolo: 16 per i docenti laureati, 18 per i diplomati e 20 per il personale ATA. Tale recupero, però, non era retroattivo. Un altro elemento chiave era la "fictio iuris", secondo cui un servizio di almeno 180 giorni in un anno scolastico veniva riconosciuto come un anno intero. Questo criterio, sebbene utile, poteva generare delle disparità basate sulla durata specifica dei contratti di lavoro.
Le nuove regole dal 2023 sulla ricostruzione di carriera
Con l’introduzione del Decreto Salva Infrazioni, valido dall'anno scolastico 2023/2024, le regole sono cambiate in modo significativo. La novità principale è che tutto il servizio pre-ruolo viene ora riconosciuto per intero e fin da subito, equiparandolo a quello svolto a tempo indeterminato. Di conseguenza, è stato abolito il meccanismo della "fictio iuris" dei 180 giorni. Il calcolo si basa ora esclusivamente sul servizio effettivo prestato, conteggiando i singoli giorni di lavoro. Questo ha creato una nuova distinzione tra chi trae vantaggio e chi è penalizzato dal cambiamento.
Cosa conviene fare: vincitori e vinti
Il nuovo sistema favorisce chi ha avuto contratti lunghi (fino al 30 giugno o 31 agosto) e chi ha svolto servizi brevi, prima non valutabili. Vengono invece penalizzati coloro che, con contratti di poco superiori ai 180 giorni, in passato ottenevano il riconoscimento di un anno intero. Oggi, chi deve affrontare la ricostruzione deve valutare se aderire al vecchio sistema o chiedere in tribunale il riconoscimento integrale del servizio. È fondamentale analizzare i potenziali benefici economici e le differenze stipendiali rivolgendosi a sindacati o esperti legali.
In sintesi: come orientarsi per la ricostruzione di carriera
La ricostruzione di carriera è a un bivio e la scelta tra il vecchio e il nuovo sistema dipende dalla storia lavorativa individuale. Sebbene il diritto al riconoscimento dell'anzianità di servizio non cada mai in prescrizione, gli arretrati economici sono soggetti a una prescrizione di cinque anni.