Concorso scuola PNRR3: accelerazione del MiM per 60mila posti, molti precari nel limbo
Il nuovo concorso scuola PNRR3 per quasi 60mila posti. La fretta e la sovrapposizione con le procedure dei bandi precedenti creano caos tra docenti e idonei.


È in arrivo il terzo concorso straordinario previsto dal PNRR, con quasi 60mila cattedre disponibili. Tuttavia, la pubblicazione del bando entro ottobre, con le procedure degli altri concorsi ancora in corso, getta ombre sull'operazione. Il concorso scuola PNRR3 rischia di creare incertezza per migliaia di docenti precari e di candidati idonei, lasciando irrisolti i problemi strutturali del reclutamento.
Una corsa contro il tempo e le incertezze
Il Ministero dell'Istruzione ha impresso una forte accelerazione a questa selezione straordinaria. Il bando del terzo concorso PNRR uscirà entro ottobre, con soli venti giorni per inoltrare le domande. Le prove scritte si terranno prima di Natale, per chiudere tutto entro giugno 2026. I quasi 60mila posti annunciati sono però "previsionali", includendo residui e stime sui pensionamenti. Questa fretta, dettata dalla necessità di raggiungere i target europei del PNRR, si scontra con le procedure dei concorsi precedenti non ancora concluse. Molti insegnanti precari si trovano così nel limbo, incerti se partecipare di nuovo senza conoscere l'esito delle selezioni già sostenute. Il rischio è una sovrapposizione caotica.
Il nodo degli idonei e le richieste sindacali
Un punto critico riguarda la gestione degli idonei. Solo il 30% di chi supera le prove senza rientrare nei posti a bando potrà essere inserito in graduatoria per futuri scorrimenti. Una quota che i sindacati giudicano insufficiente, lasciando migliaia di candidati meritevoli senza prospettive. Le richieste sono chiare: utilizzare tutte le graduatorie degli idonei prima di bandire nuovi posti, stabilizzare i docenti dalle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) e non avviare selezioni per classi di concorso già sature. L'obiettivo è dare stabilità al sistema del reclutamento docenti e valorizzare chi ha già superato le prove.
Nuovi requisiti e il rischio di un buco nell'acqua
Il concorso introduce anche requisiti più selettivi. Per la scuola secondaria non bastano più i 24 CFU, ma serviranno l'abilitazione o tre anni di servizio. Si tratta dell'ultima chiamata per gli insegnanti tecnico-pratici (ITP) con il solo diploma. Una stretta particolare riguarda gli insegnanti di sostegno, per cui è richiesta la specializzazione. Questo innalzamento della selettività si scontra però con la carenza cronica di personale specializzato sul sostegno, dove spesso le cattedre restano scoperte. Senza una riforma strutturale, il concorso rischia di essere un'operazione contabile per rispettare le scadenze, più che una reale soluzione per sconfiggere definitivamente la piaga del precariato.