Decreto salva infrazioni, risarcimento docenti precari: chiarimenti sui rimborsi
La riforma del decreto salva infrazioni amplia le tutele per il personale scolastico con indennità tra 4 e 24 mensilità per l'abuso di precariato.
Le nuove norme europee hanno introdotto un risarcimento docenti precari più cospicuo. Il provvedimento punisce l'abuso dei contratti a termine, garantendo indennità economiche elevate per il personale della scuola italiana che ha subito lunghe interruzioni lavorative.
Le nuove soglie del risarcimento docenti precari
L'articolo 12 del decreto-legge 131/2024 ha esteso i limiti delle indennità portandoli da un minimo di 4 a un massimo di 24 mensilità. Questa modifica normativa rappresenta un passo avanti significativo rispetto al passato, quando il tetto massimo era fissato a sole 12 mensilità totali. La misura punta a sanzionare lo Stato per la gestione dei contratti a termine nel comparto istruzione.
Differenze di importo tra le categorie professionali
I docenti di religione possono raggiungere cifre superiori ai 60mila euro grazie al calcolo basato sull'ultima retribuzione utile ai fini del trf. Per gli altri insegnanti precari, che non beneficiano della progressione stipendiale, l'indennizzo massimo si attesta invece intorno ai 40mila euro. Ecco i punti chiave della nuova normativa:
Ampliamento della forbice risarcitoria per i lavoratori.
Calcolo basato sull'ultima retribuzione utile per il trattamento di fine rapporto.
Funzione di deterrenza contro l'uso eccessivo dei contratti brevi.
Obiettivi della riforma e prospettive future
Il sistema dei rimborsi non nasce per sanare interamente il precariato, ma per fungere da deterrente economico contro l'abuso sistematico delle supplenze. L'obiettivo è spingere le istituzioni verso soluzioni strutturali definitive che garantiscano finalmente stabilità ai lavoratori. Si attende ora l'aggiornamento dell'algoritmo di reclutamento previsto per il 2026 per migliorare la trasparenza delle procedure di assunzione.