Detassazione statali 2026: cosa cambia

La nuova detassazione statali 2026 per straordinari, premi e indennità. Ecco le aliquote, i limiti di reddito e chi ne beneficia.

A cura di Scuolalink Scuolalink
27 ottobre 2025 13:00
Detassazione statali 2026: cosa cambia - Detassazione degli straordinari
Detassazione degli straordinari
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Nel 2026, la retribuzione nel pubblico impiego vedrà novità importanti. Arriva la detassazione statali 2026, un meccanismo fiscale pensato per alleggerire il carico fiscale su straordinari, premi e indennità specifiche. L'obiettivo è aumentare il netto in busta paga attraverso imposte ridotte. Questa misura mira a ridurre la pressione fiscale e ad avvicinare i benefici dei dipendenti pubblici a quelli del settore privato.

Aliquote 2026: come funziona la tassazione agevolata

La Manovra Finanziaria 2026 introduce un cambiamento fiscale rilevante per i dipendenti pubblici. La novità principale è un regime di detassazione specifico per straordinari, premi e indennità, volto a incrementare il netto in busta paga. Per l'anno 2026, le somme percepite a titolo di indennità accessorie (comprese quelle fisse e continuative) e gli straordinari saranno assoggettate a un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali. Questa imposta è fissata al 15%. L'agevolazione, tuttavia, non è illimitata: si applica entro un limite massimo di 800 euro annuali lordi per ciascun dipendente. Questa misura punta a ridurre la pressione fiscale sul lavoro supplementare e sulle componenti accessorie dello stipendio.

La gestione dei premi di produttività

Accanto alla novità su straordinari e indennità, la normativa conferma il trattamento di favore per i premi di produttività. Per questa specifica voce retributiva, l'imposta sostitutiva resta fissata al 5%, un'aliquota particolarmente vantaggiosa già introdotta nel 2025. Il tetto massimo agevolabile per i premi di risultato è significativamente più alto, arrivando a 3.000 euro annui. Le condizioni per l'applicazione sono precise: l'applicazione è automatica ma vincolata ad accordi specifici, validati a livello centrale nei vari comparti pubblici. Questo assicura che l'erogazione dei premi sia legata a criteri di trasparenza e meritocrazia, premiando il raggiungimento effettivo degli obiettivi.

Detassazione statali 2026: requisiti, beneficiari ed esclusi

L'accesso ai benefici fiscali del 2026 è regolato da criteri di reddito stringenti. L'aliquota del 15% (per straordinari e indennità fino a 800 euro) spetta esclusivamente ai dipendenti con un reddito da lavoro dipendente non superiore a 50.000 euro nell'anno precedente. Per i premi di produttività al 5% (fino a 3.000 euro), la soglia di reddito è più alta, fissata a 80.000 euro. La platea dei beneficiari include tutto il personale non dirigente (docenti, personale ATA, funzionari, OSS, tecnici). Sono invece esclusi i dirigenti e il personale delle forze armate e di polizia, che dispongono già di regimi agevolativi distinti.

L'impatto reale sulla busta paga e i comparti favoriti

L'effetto pratico della detassazione sarà un aumento del netto percepito. Un dipendente con 800 euro di straordinari, tassati al 15% anziché con l'aliquota IRPEF ordinaria (es. 23% o 27%), vedrà un beneficio netto annuo stimato tra gli 80 e i 100 euro. Sui premi di produttività, un bonus di 1.500 euro tassato al 5% lascia in tasca 1.425 euro, un guadagno notevole. La misura risulta particolarmente vantaggiosa per i settori pubblici dove la retribuzione accessoria è più diffusa e i redditi medi rientrano nelle soglie, come gli enti locali, le amministrazioni scolastiche e il comparto sanità. L'obiettivo è anche incentivare la partecipazione a progetti aggiuntivi, specialmente in questi settori strategici.

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