Femminicidi: Roccella chiede più realismo, e meno ideologia

La ministra Roccella interviene sul contrasto ai femminicidi, sottolineando la linea del governo: servono dati concreti e non battaglie ideologiche.

13 novembre 2025 08:00
Femminicidi: Roccella chiede più realismo, e meno ideologia - Eugenia Roccella
Eugenia Roccella
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La ministra Eugenia Roccella ha chiarito la posizione dell'esecutivo sul contrasto ai femminicidi e sull'educazione nelle scuole. Sottolineando l'impegno del governo (guidato da Valditara sull'educazione civica), Roccella chiede un approccio basato sul realismo e sui dati, criticando le derive ideologiche.

L'educazione al rispetto e la linea del governo

La ministra Roccella ha affrontato il dibattito sull'inserimento di programmi specifici nelle scuole, ribadendo che l'esecutivo sta già operando attivamente per promuovere la cultura del rispetto e la parità di genere tra i giovani. La discussione su quali strumenti didattici adottare è aperta, ma la ministra ha tenuto a precisare che il governo non parte da zero su questo fronte, anzi, ha già avviato iniziative significative. Ha citato specificamente il lavoro intrapreso dal ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, mirato a potenziare i percorsi esistenti di educazione civica negli istituti scolastici, integrandoli con temi cruciali. Secondo la ministra, è fondamentale discutere di questi programmi didattici, ma mantenendo un approccio costruttivo e riconoscendo gli sforzi già in atto per sensibilizzare le nuove generazioni.

Prevenzione dei femminicidi: dati contro ideologia

Roccella ha tracciato una netta distinzione tra l'ambito formativo scolastico e quello della prevenzione diretta dei femminicidi, tema discusso in Parlamento parallelamente a un disegno di legge sul ruolo della famiglia. La ministra ha insistito sulla necessità che le decisioni politiche in materia di violenza di genere siano guidate esclusivamente dalla verifica dei dati concreti e dall'efficacia dei risultati, piuttosto che da sovrastrutture ideologiche. Ha inoltre sollevato dubbi sull'esistenza di correlazioni statistiche significative e universalmente riconosciute. La ministra ha infatti affermato che, secondo le analisi a disposizione, non emergono chiare evidenze che leghino l'introduzione dell'educazione sessuale nelle scuole a una reale e misurabile diminuzione dei casi di violenza sessuale o di femminicidio nel lungo termine.

Un metodo basato sulla valutazione empirica

L'approccio dell'esecutivo, ha concluso la ministra, si basa rigorosamente sulla valutazione empirica dei fatti e sul confronto costruttivo con le migliori pratiche internazionali, evitando di trasformare la lotta alla violenza in una questione politica divisiva. Questo metodo pragmatico, secondo Roccella, è l'unico che può garantire interventi efficaci e non dispersivi, focalizzandosi su ciò che funziona realmente. La ministra ha ribadito la volontà del governo di collaborare attivamente con tutte le parti interessate, utilizzando la realtà e i dati misurabili come unica bussola operativa per le strategie future. Il contrasto efficace alla violenza di genere, secondo la sua visione, deve quindi fondarsi su interventi la cui efficacia sia dimostrabile, superando dibattiti ideologici che rischiano di non portare a risultati concreti.

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