Ius scholae, Pier Silvio Berlusconi si smarca da Tajani: 'Scettico su tempi e urgenza'
Pier Silvio Berlusconi frena sullo Ius scholae giudicandolo poco prioritario ma riconosce che tutela diritti fondamentali e può essere migliorato
Durante la presentazione dei palinsesti Mediaset, Pier Silvio Berlusconi ha espresso perplessità su tempi e priorità della proposta di legge sullo Ius scholae, pur condividendone in parte il principio. Nessun coinvolgimento della famiglia Berlusconi nelle scelte di Tajani, ma spazio al miglioramento del testo per garantire i diritti fondamentali
Pier Silvio Berlusconi: dubbi su tempi e priorità della riforma
Pier Silvio Berlusconi ha espresso la sua posizione sullo Ius scholae, il disegno di legge volto a concedere la cittadinanza ai minori stranieri che abbiano completato un percorso scolastico in Italia. “Condivido il principio, ma ho dubbi sulla priorità”, ha dichiarato, sottolineando come il provvedimento non sia tra le urgenze percepite dai cittadini. Pur riconoscendo l’importanza dei diritti coinvolti, l’amministratore delegato di Mfe ha ribadito la propria perplessità sui tempi e modi, ritenendoli non in linea con l’attuale contesto politico-sociale.
Tajani non segue indicazioni di famiglia Berlusconi
A margine dell’evento, Berlusconi ha anche voluto smentire qualsiasi regia familiare dietro le recenti iniziative politiche del vicepremier Antonio Tajani. “Non è vero che Tajani porta avanti lo Ius scholae su nostra spinta”, ha chiarito, riferendosi a sé e a Marina Berlusconi. Ha ribadito che, personalmente, è più orientato alla cautela che al sostegno attivo: “Mi spiace per Tajani, ma sono più contro che favorevole, perché oggi non è il momento giusto”. Una precisazione che mira a separare il dibattito politico da eventuali influenze personali o imprenditoriali.
Un testo da migliorare ma non da respingere
Nonostante la freddezza sulle priorità, Berlusconi ha riconosciuto che il testo della proposta sullo Ius scholae non è mal formulato. “Può essere migliorato ma difende diritti fondamentali”, ha affermato. La posizione si configura quindi come una disponibilità al confronto, più che come un rifiuto netto. Secondo l’ad di Mfe, ogni modifica legislativa che tocca i diritti delle persone deve essere trattata con attenzione, evitando strumentalizzazioni e mantenendo saldo l’obiettivo dell’inclusione.
Educazione e cittadinanza al centro del dibattito
Il caso dello Ius scholae conferma quanto la scuola sia oggi un campo di battaglia politico e culturale. Il riconoscimento della cittadinanza a chi ha completato un percorso educativo in Italia mette in gioco valori costituzionali, integrazione e identità, ma richiede, come ha osservato Berlusconi, una riflessione sul momento storico. In attesa di un consenso più ampio, resta comunque la centralità della formazione scolastica come veicolo di appartenenza alla comunità nazionale.