Le graduatorie DS 2023 e l'ipocrisia politica: dov'è finito il merito?

Esclusione mascherata e retorica: la verità sulle Graduatorie dirigenti scolastici e le scelte politiche che penalizzano il merito.

31 dicembre 2025 10:30
Le graduatorie DS 2023 e l'ipocrisia politica: dov'è finito il merito?  - Movimento ordinaristi concorso Ds 2023
Movimento ordinaristi concorso Ds 2023
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L'attuale gestione delle graduatorie dirigenti scolastici solleva forti dubbi su equità e trasparenza. Dietro la narrazione ufficiale si nasconde una scelta politica che penalizza il concorso ordinario 2023, ignorando le violazioni subite dai candidati e sacrificando il merito. Di seguito il comunicato stampa del Movimento ordinaristi concorso Ds 2023.

Graduatorie, equità e ipocrisia istituzionale

La questione delle graduatorie dei dirigenti scolastici viene raccontata come una soluzione, ma per molti è l’ennesima esclusione mascherata da buon senso. Dietro la retorica della certezza del diritto e dell’efficienza amministrativa si consuma una scelta politica precisa: tutelare chi è già stato ampiamente tutelato e rimuovere chi ha osato contestare un concorso ordinario viziato!

Si celebra lo scorrimento delle graduatorie come atto razionale ed economico. Ma la domanda resta inevasa: economico per chi, giusto per chi?

Perché, mentre alcune graduatorie vengono blindate e valorizzate, quelle dell’ordinario 2023 restano segnate da irregolarità, disparità applicative e contenziosi che la politica preferisce ignorare piuttosto che risolvere.

Il concorso ordinario non è stato una selezione “normale”. È stato duro, privo di banca dati, disomogeneo nella gestione, opaco nella valutazione. I ricorsi non sono nati dal malcontento, ma da violazioni concrete: anonimato compromesso, criteri oscillanti, garanzie procedurali fragili. Eppure, chi ha impugnato quegli atti viene oggi trattato come un intralcio, non come un titolare di diritti.

La “certezza del diritto” viene evocata solo quando serve a chiudere i giochi, non quando occorre riaprirli per correggere errori. L’economicità viene brandita come alibi per non assumersi responsabilità. È una logica rovesciata: non si corregge ciò che è sbagliato, si legittima ciò che conviene!

Ancora più inquietante è l’autocompiacimento di chi rivendica la paternità politica e sindacale di queste scelte. Trasformare un intervento selettivo in una vittoria collettiva è un’operazione retorica, non una tutela della categoria. Perché una categoria non si difende sacrificandone una parte.

Dire che “nessun dirigente scolastico deve essere lasciato indietro” suona come una beffa quando, nei fatti, si continua a lasciare indietro proprio chi ha pagato IL PREZZO PIÙ ALTO DI UN CONCORSO ORDINARIO GESTITO MALE E MAI DAVVERO SANATO!

La scuola non ha bisogno di scorciatoie legislative né di narrazioni autoassolutorie. Ha bisogno di verità, di responsabilità e di regole uguali per tutti.

Finché il merito verrà invocato a intermittenza e la legalità applicata a geometria variabile, ogni riforma sarà solo l’ennesima operazione di facciata.

Movimento ordinaristi concorso Ds 2023

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