Manovra 2026: Fracassi (FLC CGIL) boccia i fondi per l'istruzione
La segretaria Fracassi critica la Manovra 2026: risorse insufficienti per i contratti e tagli percepiti per l'istruzione pubblica.
Dure critiche dalla FLC CGIL sulla Legge di Bilancio 2026. Secondo la segretaria Gianna Fracassi, la manovra rappresenta un'occasione mancata per il rilancio dell'istruzione pubblica. Il sindacato denuncia risorse inadeguate per i rinnovi contrattuali del comparto "Istruzione e Ricerca". Si lamenta inoltre l'assenza di misure strutturali contro la precarietà. La posizione è netta: la Manovra 2026 va cambiata.
L'analisi delle misure economiche per il personale
Il nodo centrale della contestazione mossa da Gianna Fracassi, leader della FLC CGIL, risiede nella valutazione delle risorse economiche stanziate. La Legge di Bilancio 2026 viene definita "un'occasione mancata" per il rilancio dell'intero comparto "Istruzione e Ricerca". La critica principale mossa al Governo è la scelta di non stanziare fondi sufficienti per i rinnovi contrattuali. Questo riguarda tutto il personale di scuola, ricerca, università e Alta formazione (AFAM).
Le questioni irrisolte, secondo il sindacato, sono gravi. Si parla di mancato recupero salariale e dell'assente adeguamento degli stipendi all'inflazione, stimata al 17% nel triennio 2022-2024. Fracassi lamenta anche la mancanza di riconoscimento della professionalità specifica di docenti, ricercatori e del personale tecnico, amministrativo e ausiliario (ATA). Secondo la visione del sindacato, il personale si troverebbe, di fatto, ad accettare un taglio di un terzo delle retribuzioni reali, a fronte della perdita di potere d'acquisto accumulata. La FLC CGIL insiste sul fatto che le istituzioni pubbliche della conoscenza necessitino di investimenti reali per valorizzare chi vi opera.
Manovra 2026 e la disparità tra scuola pubblica e privata
Un altro punto focale della critica di Fracassi riguarda la misura specifica sulla riduzione dell'aliquota Irpef. Questa è applicata sul salario accessorio, ma è limitata ai primi 800 euro e valida solo per il 2026. La dirigente sindacale traduce questa misura in termini concreti, definendola "una media di 30 centesimi al giorno". Si tratta, nella visione della FLC CGIL, di un beneficio una tantum considerato "risibile".
Fracassi utilizza l'aggettivo "elemosiniere" per descrivere l'approccio del Governo. La segretaria contrappone questo trattamento alla gestione dei fondi per le scuole paritarie. L'accusa è quella di garantire provviste di fondi pubblici a queste ultime, mentre si imporrebbero contemporaneamente tagli e restrizioni alle scuole statali. Questa disparità di trattamento, secondo il sindacato, mina le fondamenta dell'istrazione pubblica nazionale, sottraendo risorse vitali al sistema statale.
Assenza di piani contro la precarietà e mobilitazione
L'intervento della segretaria generale della FLC CGIL tocca infine il tema della precarietà, definito "ancora più grave". L'accusa alla Legge di Bilancio 2026 è la totale assenza di misure strutturali per contrastare questo fenomeno diffuso nel comparto conoscenza. Fracassi elenca le mancanze specifiche: nessun piano di stabilizzazione per il personale non di ruolo e l'assenza di un percorso di assunzione straordinaria. Si lamenta la mancanza di tutele per la dignità professionale di chi lavora da anni con contratti a tempo determinato.
La conclusione della FLC CGIL è che la manovra non risponde ai bisogni urgenti del settore e "marginalizza chi ogni giorno tiene in piedi le istituzioni statali della conoscenza". Il sindacato annuncia quindi la volontà di "continuare a battersi" per cambiare una manovra definita "regressiva". L'obiettivo è rimettere al centro lavoro, salario e il ruolo delle istituzioni pubbliche, a partire da risorse aggiuntive per il contratto.