Manovra 2026, le critiche di Anief: pronta diffida su mancato adeguamento IVC

La Manovra 2026 non convince Anief. Previste misure fiscali più vantaggiose per il privato che per istruzione e ricerca.

A cura di Scuolalink Scuolalink
20 ottobre 2025 16:00
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Manovra 2026
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La Manovra 2026 approvata dal Consiglio dei Ministri introduce nuove misure fiscali, ma suscita la protesta del sindacato Anief. L'organizzazione evidenzia una netta disparità di trattamento. I vantaggi per i dipendenti pubblici, in particolare del comparto Istruzione e Ricerca, sarebbero minimi. Risultano infatti trattamenti più favorevoli per il settore privato. Anief chiede modifiche sostanziali in Parlamento.

L'analisi degli impatti sui dipendenti pubblici

Il sindacato Anief ha analizzato gli effetti della manovra sui dipendenti statali, evidenziando un doppio effetto tra aumenti e risparmio fiscale. L'organizzazione sindacale ha diffuso alcune stime precise sugli impatti in busta paga. Per i lavoratori con un reddito lordo annuo inferiore a 28 mila euro, il beneficio della detassazione si attesterebbe sui 64 euro annui. Questo calcolo si basa sul 15% del salario accessorio, stimato in 800 euro, rispetto all'aliquota ordinaria del 23%.

Per la fascia di reddito superiore, ovvero oltre i 28 mila euro lordi annui, il vantaggio salirebbe a 160 euro. Tale cifra deriva dalla stessa detassazione al 15% sul medesimo salario accessorio, ma comparata a un'aliquota marginale del 35%. In termini pratici, un reddito di 30 mila euro lordi vedrebbe un beneficio di 160 euro, a cui si sommerebbero altri 40 euro, per un vantaggio totale medio di circa 200 euro annui.

Manovra 2026: il confronto con il settore privato

Il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico, critica duramente questa impostazione, sottolineando come la norma debba essere cambiata. La critica principale riguarda le disposizioni più favorevoli previste per i lavoratori del settore privato. Pacifico elenca diverse misure destinate alle aziende private. Tra queste, spicca la detassazione al 5% sugli aumenti contrattuali previsti per il biennio 2025 e 2026, applicabile ai redditi inferiori a 28 mila euro.

Si aggiunge una detassazione ancora più marcata, all'1%, sui premi aziendali 2025-2026, fino a un tetto di 5 mila euro. La manovra per il privato include anche la detassazione dei buoni pasto fino a 10 euro. Infine, è prevista una detassazione al 15% per il 2026 applicata a lavoro straordinario, notturno e festivo, fino a un importo massimo di 1.500 euro.

La mobilitazione e la diffida per la vacanza contrattuale

Di fronte a questa disparità, Anief annuncia un'azione decisa. "Durante l'esame parlamentare chiederemo sostanziali modifiche", ha dichiarato Pacifico. Il sindacato intende coinvolgere attivamente il personale del comparto Istruzione e Ricerca attraverso una serie di assemblee sindacali. L'appello è al rispetto del lavoro svolto nella Scuola, negli Atenei, negli enti di Ricerca, nelle Accademie e nei Conservatori. L'obiettivo è ottenere la parità di trattamento tra i diversi comparti lavorativi.

Anief, insieme a Cisal, ribadisce inoltre la richiesta di aumentare le risorse destinate a Scuola, Università e Ricerca, già presentata a Palazzo Chigi. Parallelamente, il sindacato sta preparando un'azione legale. Nei prossimi giorni, ha concluso Pacifico, "sarà inviato un modello di diffida per il mancato adeguamento della indennità di vacanza contrattuale" rispetto all'inflazione programmata per il 2026, come previsto dalla normativa.

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