Mantova, registro elettronico hackerato: segnalati alla Procura 2 studenti
Due ragazzi di Mantova hanno violato il registro elettronico di una docente per modificare i voti dei compagni. Segnalati alla Procura minorile.
A Mantova, due studenti di una scuola secondaria di primo grado sono stati segnalati alla Procura per i Minorenni di Brescia. L'accusa è di accesso abusivo al sistema informatico. I giovani avrebbero violato il registro elettronico dell'istituto dopo aver compromesso l'account di una docente. L'intrusione ha permesso loro di modificare i voti di diversi compagni, alterando i dati ufficiali del sistema scolastico.
L'allarme alla scuola di Mantova e l'anomalia del sistema
Tutto ha avuto inizio con una segnalazione interna presso una scuola secondaria di primo grado della città di Mantova. Il personale docente o amministrativo ha notato un'evidente anomalia nel registro elettronico. Questo strumento, ormai centrale nella didattica moderna, conserva dati sensibili come valutazioni, assenze e note disciplinari. La discrepanza rilevata, presumibilmente una modifica inspiegabile dei voti, ha fatto scattare immediatamente l'allarme. La dirigenza scolastica, comprendendo la gravità di una potenziale manomissione dei dati ufficiali, ha prontamente contattato le autorità competenti.
È stata quindi allertata la Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica della Polizia di Stato di Mantova, l'organo specializzato nell'affrontare i crimini informatici. L'intervento degli specialisti è stato cruciale per congelare la situazione ed evitare ulteriori alterazioni, preservando le prove digitali necessarie all'indagine. Questo episodio solleva interrogativi importanti sulla sicurezza dei sistemi informatici scolastici e sulla preparazione del personale a riconoscere tentativi di intrusione.
L'indagine tecnica sul registro elettronico violato
Una volta ricevuta la segnalazione, gli specialisti della sicurezza cibernetica hanno avviato un'approfondita analisi forense del sistema. L'obiettivo primario era confermare l'accesso abusivo e tracciare l'origine dell'intrusione. Le indagini tecniche, complesse e meticolose, si sono concentrate sull'analisi dei log di accesso al server del registro elettronico. Questi file registrano ogni singola connessione, l'orario e l'indirizzo IP di provenienza.
Gli investigatori hanno effettuato verifiche incrociate tra gli accessi legittimi del corpo docente e quelli sospetti. È emerso che l'account di una professoressa era stato violato, probabilmente attraverso tecniche di phishing o l'individuazione della password. Utilizzando queste credenziali, gli autori del reato sono riusciti a navigare nel sistema con privilegi da docente, ottenendo la possibilità di alterare le valutazioni di numerosi compagni di classe. La ricostruzione di questi passaggi ha fornito la prova inconfutabile della violazione.
Identificati gli studenti: la segnalazione alla Procura
Seguendo le tracce informatiche, l'attività investigativa ha portato all'identificazione dei presunti responsabili. Non si trattava di hacker esterni, ma di due studenti iscritti allo stesso istituto. I giovani, approfittando della falla nel sistema o dell'ingenuità nella gestione della password della docente, hanno compiuto l'atto illecito. La loro azione ha avuto conseguenze serie. La Polizia di Stato di Mantova li ha segnalati alla Procura per i Minorenni di Brescia, l'autorità giudiziaria competente per i reati commessi da minori.
L'ipotesi di reato contestata è quella di accesso abusivo a un sistema informatico, disciplinato dall'articolo 615-ter del Codice Penale. Questo reato protegge il cosiddetto "domicilio informatico" e punisce chiunque si introduca senza autorizzazione in un sistema protetto. La vicenda, sebbene coinvolga ragazzi molto giovani, evidenzia la necessità di una maggiore consapevolezza digitale e educazione ai rischi del web fin dalla scuola media.