Neet in Italia: ecco quanto costano allo Stato secondo le stime Censis
Il fenomeno dei Neet in Italia non accenna a diminuire, pesando sulle casse pubbliche e mostrando le criticità della transizione scuola-lavoro.
L'Italia affronta un grave problema con i giovani Neet (Not in Education, Employment, or Training), che attualmente costa alle casse pubbliche ben 15,7 miliardi di euro. Questo impatto economico, stimato dal Censis, evidenzia un'emergenza sociale e una fragilità strutturale del paese. La transizione scuola-lavoro resta il nodo cruciale, con 1,4 milioni di under 30 esclusi.
Le dimensioni del fenomeno e le criticità del passaggio
I dati recenti di Eurostat confermano che l'Italia registra una delle percentuali più elevate in Europa di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi formativi, posizionandosi ben al di sopra della media dell'Unione Europea nel 2024. Il passaggio dall'istruzione al mondo professionale continua a essere un percorso lungo e incerto, caratterizzato da scarsa stabilità occupazionale e da un disallineamento persistente tra i percorsi formativi offerti e le reali esigenze del mercato. Come sottolineato da Marco D’Oria, direttore della Business School Digital Campus, per superare queste barriere non è sufficiente un curriculum curato, ma serve un approccio strategico che includa preparazione concreta, creatività e la capacità di presentare proposte di valore durante i colloqui.
Neet e il divario di competenze richieste
L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD) e diversi studi accademici evidenziano l'importanza cruciale delle competenze socio-relazionali, come la comunicazione, il problem solving e la collaborazione, per facilitare una transizione efficace nel mondo del lavoro. Le imprese ricercano attivamente profili capaci di adattarsi e aggiornarsi, con un peso crescente attribuito alle competenze digitali avanzate, specialmente nei settori trainati dall'innovazione tecnologica come l'intelligenza artificiale, il data analysis e il marketing digitale. Nonostante questa domanda, il mercato italiano presenta criticità strutturali significative, poiché la creazione di nuovi posti non si traduce automaticamente in opportunità stabili per i giovani, evidenziando squilibri persistenti tra domanda e offerta di lavoro.
Formazione pratica e aggiornamento digitale come soluzione
Per colmare il divario esistente, gli esperti indicano nell'implementazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro e nel potenziamento del work-based learning gli strumenti più utili per consentire ai giovani di sviluppare quelle competenze concrete richieste dalle aziende. L'Italia sconta inoltre un ritardo evidente nelle competenze digitali di base, con una percentuale (45,8%) ancora lontana dalla media europea (55,6%), rendendo il rafforzamento della formazione tecnologica una priorità strategica nazionale. Diventa quindi fondamentale utilizzare metriche chiare e obiettivi misurabili, come indicato dalla Commissione europea, comprendendo anche i meccanismi psicologici dell'apprendimento per progettare percorsi formativi realmente efficaci e sostenibili nel lungo termine.