Netturbina con laurea e master: la scelta felice di Cristina
Una laurea e un master non hanno reso felice Cristina. Oggi fa la netturbina a Bari e ha ritrovato dignità, stabilità e tempo per la sua famiglia.


Cristina Anemone, 40 anni, ha lasciato una carriera precaria nel marketing per lavorare come netturbina a Bari. Una scelta consapevole, maturata dopo anni di instabilità e frustrazione professionale. Oggi, grazie a un lavoro stabile e dignitoso, ha ritrovato il tempo per sé, per la sua famiglia e per essere finalmente felice.
Una scelta controcorrente dopo anni di precarietà ora è stabile come netturbina
Dopo una laurea e un master in Pubblicità, Cristina ha affrontato anni di lavori sottopagati e orari insostenibili tra Milano e la Puglia. La pandemia ha segnato la chiusura di una piccola attività familiare, e il futuro sembrava sempre più incerto. A fine 2023, la svolta: ha scelto di partecipare a un concorso pubblico dell’Amiu, l’azienda municipale di igiene urbana di Bari. Ha vinto un contratto a tempo indeterminato come operatrice ecologica, lasciandosi alle spalle l’insicurezza e abbracciando una nuova quotidianità. “Non mi pento della mia scelta, la rifarei”, racconta oggi con serenità.
Una nuova routine fatta di lavoro, tempo e dignità
Il lavoro di Cristina inizia all’alba. “Alle 5 del mattino parte il mio turno di raccolta porta a porta a Torre a Mare. Fino a un mese fa lavoravo part time, ora sono passata al full time e sono felice”. Il turno termina alle 11:30, lasciandole il resto della giornata libero. Un equilibrio prezioso, che le consente di dedicarsi ai suoi interessi e a sua figlia di 5 anni. Cristina sottolinea con orgoglio che il suo è un lavoro faticoso ma dignitoso, che le ha restituito benessere psicologico, tempo per vivere e una nuova prospettiva di futuro.
Dal marketing ai rifiuti come netturbina, ma con libertà
Prima di diventare netturbina, Cristina ha lavorato in agenzie di comunicazione, aziende private e contesti familiari. Nonostante il titolo accademico, era intrappolata nella precarietà, con stipendi bassi e orari alienanti. Il concorso Amiu richiedeva solo la licenza media, ma per lei è stata una scelta di libertà e di rottura con i pregiudizi sociali. Oggi guarda avanti con ottimismo: è stata eletta rappresentante sindacale Rsu, unica donna su quindici colleghi. Un traguardo che dimostra come il rispetto, la partecipazione e la crescita siano possibili anche nei contesti più umili.
La felicità non ha un titolo, ma un equilibrio
La storia di Cristina invita a riflettere su quanto conti davvero la qualità della vita rispetto allo status lavorativo. In un’Italia in cui molti giovani vivono sospesi tra sogni infranti e instabilità economica, la sua testimonianza rompe uno schema culturale. “Ho ritrovato me stessa facendo un lavoro semplice ma stabile”, afferma con un sorriso. È una voce fuori dal coro che ci ricorda come, spesso, la realizzazione personale non passi dal curriculum ma dalla serenità quotidiana e dalla possibilità di scegliere il proprio cammino, senza rincorrere etichette o aspettative altrui.