Pensioni INPS report 2024: spesa alta, assegni bassi specie al Sud
Il report Inps 2024 rivela 4,6 milioni di pensionati con meno di 1000€. Aumenta la spesa per le pensioni, ma crescono le disuguaglianze.
La spesa per le pensioni in Italia raggiunge i 364 miliardi nel 2024, con un aumento del +4,9% sull'anno precedente, secondo il report dell'Osservatorio Inps. Nonostante la cifra record spesa, emerge un quadro di forte criticità: milioni di assegni bassi non riescono a sostenere il crescente costo della vita. L'analisi rivela un sistema dove 4,6 milioni di persone vivono con importi minimi.
Il divario di genere e gli importi minimi
L'analisi dei dati Inps 2024 evidenzia una realtà frammentata. Ben 4,6 milioni di pensionati (il 28,1% del totale) percepiscono un assegno mensile inferiore ai 1.000 euro. Questa situazione di fragilità economica colpisce in modo sproporzionato le donne: la quota sale al 34,5% per il genere femminile, rispetto al 21,4% registrato tra gli uomini. Le donne, pur costituendo la maggioranza dei pensionati (51%), ricevono solo il 44% dei redditi pensionistici totali. Questo squilibrio è evidente negli importi medi annui: 25.712 euro per gli uomini contro i 19.140 euro per le donne, con una differenza del 34%. Tale divario di genere riflette carriere lavorative spesso più brevi, livelli salariali inferiori e frequenti periodi di inattività legati al lavoro di cura familiare.
Pensioni: la spaccatura tra Nord e Sud
Le disuguaglianze nel sistema pensionistico italiano non si limitano al genere, ma mostrano una netta divisione territoriale. Il Nord Italia concentra quasi la metà dei pensionati (47,7%) e registra importi medi superiori dell'8% rispetto alla media nazionale. Al contrario, nel Mezzogiorno la povertà previdenziale è un fenomeno strutturale. Qui, il 12,7% dei pensionati riceve meno di 500 euro al mese, e un ulteriore 23,2% si attesta nella fascia tra 500 e 1.000 euro. Complessivamente, oltre un terzo dei pensionati del Sud vive con un assegno inferiore alla soglia dei 1.000 euro mensili. In molte aree ad alta disoccupazione, la pensione dell'anziano diventa spesso l'unica fonte di reddito per l'intero nucleo familiare. Ampliando lo sguardo nazionale, delle 23 milioni di prestazioni vigenti, il 67,6% (15,6 milioni) ha un importo lordo mensile inferiore ai 1.500 euro.
La distribuzione della spesa e le sfide future
All'estremo opposto della distribuzione si trovano le cosiddette "pensioni d'oro". Sebbene rappresentino una fetta minima dei beneficiari (solo 450.067 pensionati, il 2,8% del totale), gli assegni superiori ai 5.000 euro mensili assorbono oltre il 10% della spesa complessiva. Il dato più significativo sulla distribuzione della spesa è che il 63,5% delle risorse finanzia il 37,7% dei pensionati con assegni sopra i 2.000 euro. Di contro, solo il 22,2% della spesa è destinato alle pensioni sotto i 1.000 euro, che riguardano quasi un terzo dei beneficiari. Nonostante la crescita della spesa nominale, il potere d'acquisto reale di molti assegni resta eroso dall'inflazione. In prospettiva, il passaggio al sistema contributivo puro per le nuove generazioni prefigura assegni futuri nettamente inferiori, spingendo il governo a valutare il potenziamento della previdenza complementare.