Ponte sullo Stretto: la Corte dei Conti nega il visto, governo su tutte le furie

Stop della magistratura contabile al progetto del Ponte sullo Stretto. Dura reazione del Governo, Meloni e Salvini: "Andremo avanti".

30 ottobre 2025 15:45
Ponte sullo Stretto: la Corte dei Conti nega il visto, governo su tutte le furie - Progetto del Ponte sullo stretto di Messina
Progetto del Ponte sullo stretto di Messina
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La Corte dei Conti ha negato il visto di legittimità alla delibera CIPESS sul Ponte sullo Stretto. La decisione blocca l'approvazione del progetto definitivo. I magistrati hanno sollevato dubbi su coperture economiche e stime di traffico. Il Governo, con Salvini e Meloni, critica la scelta come invasione di campo e assicura di voler proseguire.

Il no della Corte dei Conti: le motivazioni tecniche

La decisione della Corte dei Conti di negare il visto di legittimità alla Delibera Cipess di agosto segna una battuta d'arresto per il Ponte sullo Stretto. Dopo un'attenta Camera di Consiglio, i magistrati hanno bloccato la registrazione dell'atto che approvava il progetto definitivo. Le eccezioni sollevate dalla Sezione centrale sarebbero molteplici. In primo piano, vi sono forti dubbi sulle coperture economiche e sulla sostenibilità finanziaria complessiva dell'opera. Particolare attenzione è stata posta sull'attendibilità delle stime di traffico, parametro fondamentale per giustificare la spesa. I rilievi avrebbero inoltre toccato la conformità del progetto alle normative ambientali e antisismiche, data l'alta vulnerabilità dell'area.

Ponte sullo Stretto: la reazione compatta del Governo

L'esecutivo ha reagito in modo compatto e critico. Il ministro Matteo Salvini ha parlato di "grave danno per il Paese" e di "scelta politica", assicurando la volontà di procedere. La Premier Giorgia Meloni ha rincarato la dose, definendola "l'ennesima invasione di campo" della giurisdizione sulle scelte di Governo e Parlamento. Meloni ha definito "capziosi" i rilievi tecnici, citando una censura sulla trasmissione di file via link. Sia Meloni che il vicepremier Antonio Tajani (che si è detto "esterrefatto") hanno collegato l'evento alla necessità di approvare rapidamente la riforma della giustizia e quella della stessa Corte dei Conti, per arginare quella che definiscono una "intollerabile invadenza".

Gli scenari futuri e la procedura di superamento

Tecnicamente, il no dei magistrati contabili non è insuperabile. La legge prevede una via d'uscita per l'amministrazione. In caso di rifiuto di registrazione, il Governo può chiedere un'apposita deliberazione del Consiglio dei Ministri. Quest'ultimo può stabilire che l'atto, nonostante i rilievi, risponda a interessi pubblici superiori e debba quindi "avere comunque corso". Questa appare la strada che l'esecutivo intende percorrere. Sul fronte opposto, l'opposizione, tramite Angelo Bonelli (AVS), celebra una "vittoria dello stato di diritto" e minaccia di portare il caso davanti alla Corte di giustizia Ue se il progetto dovesse proseguire.

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