Recalcati: 'Il sapere è un vaccino. I cattivi maestri sono quelli pieni di certezze'

Per Recalcati il sapere è un vaccino contro l’ignoranza. Il maestro deve accendere passione, non imporre verità.

11 ottobre 2025 09:50
Recalcati: 'Il sapere è un vaccino. I cattivi maestri sono quelli pieni di certezze' - Massimo Recalcati
Massimo Recalcati
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Massimo Recalcati, ospite a Tagadà su La7, riflette sul ruolo dell’insegnante e sul valore del sapere come strumento di libertà. Nel suo ultimo libro La luce e l’onda, lo psicanalista invita a riscoprire la passione nell’insegnamento e mette in guardia dai “cattivi maestri”: chi non accende curiosità o si crede depositario della verità.

Il sapere come vaccino contro l’ignoranza

Per Recalcati, il sapere è come un vaccino che preserva dalle cattive pratiche, come ricordava Pasolini, e la scuola ha il dovere di “somministrarlo”. L’insegnante non deve limitarsi a trasmettere nozioni, ma a portare luce, accendere il desiderio di conoscenza e testimoniare la passione per il sapere. “Un maestro che insegna senza entusiasmo – spiega – non sta insegnando davvero”.

Durante l’intervista a Tagadà, Recalcati rievoca gli anni in cui insegnava per mantenersi agli studi, un’esperienza che ha segnato profondamente la sua visione educativa. “Ogni persona – dice – ricorda almeno un maestro nella vita, ma non per ciò che insegnava: lo ricorda per lo stile. Lo stile è il modo in cui un insegnante entra in rapporto con il sapere e con l’allievo”.
Il sapere, aggiunge, non è un deposito da riempire nella mente dello studente, ma una scintilla da trasmettere. “Il compito del maestro è portare il fuoco, accendere la vita del sapere. La parola del maestro non comanda, illumina”.

La luce e l’onda: l’incontro con la difficoltà

Nel libro La luce e l’onda, pubblicato da Einaudi, Recalcati paragona l’atto dell’insegnare al momento in cui un maestro di nuoto spinge l’allievo verso il mare. “Il vero apprendimento avviene solo quando l’allievo incontra l’onda – spiega – perché è l’impatto con la difficoltà che fa nascere lo stile personale”.
Per lui, il maestro autentico è insieme “colui che spinge e l’onda stessa”, capace di sfidare e sostenere.

“Non si può imparare a nuotare in piscina, dove non c’è la forza dell’onda. Il maestro è quella spinta che ci costringe a inventare il nostro stile”.
L’insegnamento, dunque, non è solo trasmissione, ma una relazione viva che spinge l’allievo verso l’autonomia. È lo stesso rapporto che si ritrova tra genitori e figli: “Il maestro si realizza solo quando il suo discepolo può camminare da solo”.

I cattivi maestri e la scuola di oggi

Recalcati mette in guardia da due forme di ignoranza: quella di chi non sa e quella, più pericolosa, di chi crede di possedere la verità assoluta. “I cattivi maestri non sono solo quelli che non appassionano, ma anche quelli che pretendono di avere sempre ragione. Il possesso della verità genera distruzione”.
Lo psicanalista invita a educare alla logica del pluralismo, al “due”, come principio di convivenza: “Due popoli in due Stati, due punti di vista, due possibilità. La scuola deve aprire la mente alla logica del fratello, non del figlio unico che crede di bastare a sé stesso”.

Riguardo alla scuola contemporanea, Recalcati riconosce la crisi educativa e la tentazione nostalgica di tornare a un modello autoritario: “Il ‘68 ci ha liberato dal sadismo del potere, ma oggi il problema è l’indisciplina totale”. Apprezza però alcune misure recenti, come il divieto del cellulare in classe e la reintroduzione del voto in condotta, perché “la scuola non deve solo trasmettere sapere, ma produrre educazione e cittadinanza”.
Infine, difende anche l’importanza di imparare le poesie a memoria, come sosteneva Calvino: “È un modo per immergersi nella lingua dei padri, un patrimonio che resta per sempre dentro di noi”.

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