Rinnovo CCNL Scuola 2022/24, Aran vuole chiudere entro agosto: aumenti non in linea con l’inflazione
L’Aran vorrebbe chiudere il rinnovo del CCNL scuola 2022/24 entro agosto per garantire aumenti stipendiali già a novembre. Ecco tutti gli aumenti previsti.


Il CCNL scuola 2022/24 è al centro delle trattative tra l’Aran e i sindacati. L’obiettivo è ambizioso: chiudere l’accordo prima di agosto per consentire l’erogazione degli aumenti stipendiali già da novembre 2025. In caso contrario, i tempi si allungherebbero fino ai primi mesi del 2026. La strategia punta a sfruttare i margini burocratici che permetterebbero, con una firma entro luglio, di garantire le somme in busta paga entro la fine dell’anno.
CCNL 2022/24, Aran propone aumenti medi mensili fino a 160 euro: ecco le cifre per categoria
Gli aumenti previsti dal nuovo contratto scuola si attestano su una media di 140 euro lordi al mese, con variazioni in base al comparto. I docenti dovrebbero ricevere un incremento di 150 euro, mentre il personale ATA beneficerà di 130 euro in più. Le cifre salgono per altri settori pubblici: 211 euro per gli enti di ricerca, 174 euro per l’Afam e 142 euro per l’università. Le indennità di vacanza contrattuale già attivate coprono solo in parte questi aumenti, fungendo da anticipo in attesa del rinnovo.
Verso un ciclo contrattuale straordinario: tre rinnovi in tre anni
Con il contratto 2019-2021 già archiviato e quello 2022-24 in dirittura d’arrivo, l’Italia potrebbe assistere a un fatto storico: la firma di tre contratti pubblici in tre anni. Già stanziate anche le risorse per il triennio 2025-2027: 1.755 milioni di euro per il 2025, 3.550 milioni nel 2026 e 5.550 milioni annui dal 2027. Gli aumenti retributivi previsti saranno dell’1,8% annuo, con un ulteriore balzo al 2% nel biennio 2029-2030. Dal 1° aprile 2025 entrerà in vigore una nuova indennità di vacanza contrattuale pari allo 0,6%, destinata a salire all’1% da luglio.
Inflazione reale e stipendi: una forbice che continua ad allargarsi
Nonostante gli aumenti annunciati, i sindacati sottolineano come il divario tra stipendi e inflazione reale sia sempre più marcato. Dal 2021, l’inflazione cumulata ha raggiunto quasi il 18%, mentre gli aumenti salariali medi non superano il 6%, generando una significativa perdita del potere d’acquisto. Il meccanismo della “inflazione programmata”, su cui si basano i rinnovi, si è rivelato insufficiente a fronteggiare l’impennata dei prezzi registrata nel triennio post-pandemico. Secondo le stime, il personale scolastico ha perso tra i 12 e i 13 punti percentuali rispetto ai livelli retributivi del 2020, con docenti e ATA tra le categorie più penalizzate nel pubblico impiego.
Buoni pasto esclusi dal CCNL 2022/24: servono coperture legislative
Sul fronte dei benefici accessori, i sindacati continuano a chiedere l’introduzione dei buoni pasto per il personale scolastico. Tuttavia, l’Aran ha chiarito che tale misura potrà essere presa in considerazione solo in presenza di risorse economiche dedicate, da autorizzare per legge. Il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ha specificato che la misura coinvolgerebbe un ampio numero di lavoratori e non può essere introdotta senza adeguate coperture. Una possibilità futura, tuttavia, resta aperta per categorie con orario giornaliero superiore a 7 ore e 12 minuti, come dirigenti scolastici, personale ATA e alcuni docenti, specialmente in caso di settimana lavorativa ridotta a cinque giorni.