Rinnovo CCNL scuola 2022/24, Uil sulla trattativa: 'Gli aumenti rimangono inadeguati'
La UIL Scuola Rua denuncia: perso il 16% del potere d'acquisto per il personale scolastico e chiede un intervento politico per le nuove risorse del CCNL.


Il rinnovo del CCNL scuola 2022-2024 è a un punto morto. Secondo la UIL Scuola Rua, gli aumenti proposti dall'ARAN non bastano a colmare la perdita del 16% del potere d'acquisto. Il sindacato chiede un intervento politico per stanziare risorse aggiuntive e garantire stipendi adeguati al personale scolastico, tra i meno pagati della pubblica amministrazione.
Rinnovo CCNL scuola 2022/24: aumenti inadeguati e potere d'acquisto in calo
La denuncia del segretario generale della UIL Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, è netta e arriva al termine dell'incontro del 9 ottobre. Le tabelle economiche presentate dall'ARAN per il rinnovo contrattuale 2022-2024 sono giudicate del tutto insufficienti. Il personale della scuola ha subito una grave erosione del potere d’acquisto, quantificata in una perdita secca del 16% negli ultimi anni. I dati ISTAT confermano un quadro preoccupante: le retribuzioni reali sono scese al di sotto dei livelli del 2009. La proposta attuale del governo coprirebbe soltanto il 6% dell'inflazione reale, lasciando gli stipendi inadeguati a sostenere il crescente costo della vita e penalizzando una categoria professionale già tra le meno retribuite della pubblica amministrazione.
Le richieste della UIL Scuola RUA al tavolo delle trattative
Di fronte a questo scenario critico, la UIL Scuola Rua ha presentato richieste precise e articolate durante l'incontro con l'ARAN. Il sindacato chiede con forza di stanziare immediatamente risorse aggiuntive per il biennio contrattuale in corso. Una delle proposte centrali della piattaforma rivendicativa è la detassazione degli aumenti, una misura che garantirebbe un beneficio netto più significativo e tangibile in busta paga per tutto il personale. Inoltre, si suggerisce di anticipare le somme già accantonate per il successivo triennio 2025-2027, così da integrare gli stanziamenti attuali e assicurare incrementi più consistenti. L'obiettivo è valorizzare la specificità del lavoro svolto nella comunità educante e rafforzare le relazioni sindacali.
Necessario un intervento politico per sbloccare i fondi
La posizione del sindacato rimane ferma: senza un cambio di passo, la trattativa non può proseguire. Serve un deciso intervento politico che sblocchi le risorse finanziarie annunciate, rendendole disponibili e quantificandole in modo chiaro. Giuseppe D’Aprile ha ribadito che solo così sarà possibile procedere a una valutazione di merito. I ministri Zangrillo e Valditara puntano a chiudere l'accordo entro novembre, per poter inserire le eventuali risorse aggiuntive nella Legge di Bilancio. Tuttavia, senza uno stanziamento adeguato a recuperare l'inflazione, le organizzazioni sindacali non firmeranno l'intesa. Il prossimo incontro con l'ARAN, fissato per il 31 ottobre, sarà decisivo per comprendere le reali intenzioni del governo sui fondi disponibili.