Riscatto laurea, Anief contesta i tagli e le nuove modifiche in Manovra
Le modifiche al riscatto laurea nella legge di bilancio penalizzano la formazione: la dura reazione del sindacato Anief contro il Governo.
Il dibattito politico si accende sul riscatto laurea inserito nella nuova Manovra. Anief critica duramente la scelta del Governo di penalizzare la formazione universitaria per mere ragioni di cassa. Una decisione che preoccupa il personale e contraddice la necessità di valorizzare l'istruzione.
Le novità sul riscatto laurea in Senato
Il testo definitivo della Manovra economica arriverà nell'aula del Senato lunedì 22 dicembre, con il voto finale calendarizzato per il giorno successivo. Tuttavia, il Governo ha già presentato un pacchetto di emendamenti che sta facendo discutere: le modifiche toccano in modo sostanziale le norme previdenziali relative al conteggio degli anni di studio. Secondo quanto riportato dalle testate specializzate, le novità impatteranno sulla pensione anticipata a partire dal 2031. Questa scelta appare contraddittoria agli occhi degli addetti ai lavori: invece di agevolare chi ha investito tempo e risorse nella propria istruzione, l'Esecutivo sembra voler colpire chi possiede una formazione superiore.
La critica di Anief alle misure previdenziali
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, definisce questa strategia un grave errore politico ed economico. Il sindacalista sottolinea una evidente disparità di trattamento: perché non si valuta di rivedere il riscatto gratuito concesso agli ufficiali delle forze armate, se l'obiettivo primario è il risparmio? È considerato paradossale dover ricevere l'assegno pensionistico con mesi di ritardo, nonostante i lavoratori contribuiscano puntualmente attraverso la trattenuta sindacale. Secondo il sindacato, questo intervento legislativo dovrebbe essere rimosso già nella prossima legge di bilancio, poiché adottato frettolosamente senza calcolarne le pesanti ricadute sociali.
Riformare l'INPS e tutelare il riscatto laurea
Anief propone una visione alternativa per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico senza penalizzare i cittadini che si sono formati. Per il sindacato è urgente riformare l'Istituto di previdenza attraverso:
una netta separazione delle spese puramente previdenziali da quelle del welfare;
politiche attive che sappiano incentivare la natalità e l'occupazione giovanile;
il rispetto della volontà espressa nella petizione da 130 mila firme per il riscatto agevolato.
Bisogna evitare che lo Stato, come datore di lavoro, versi i contributi solo in modo figurativo, mettendo a serio rischio il futuro previdenziale della categoria.